di Daniele Bovi Caro signor Fondelli, con ancora negli occhi uno strepitoso Ronaldinho apro il mio notebook e subito, là dove c’era gioia, aria di samba e curaçao, uno zinzinello di tristezza mi vela gli occhi nel leggere i suoi commenti ai miei articoli. Partiamo dal primo e sgombriamo subito il campo da un malinteso: per quello che può valere la mia opinione ritengo Mauro Agostini una figura con l’esperienza, la serietà e la preparazione per fare non una buona ma un’ottima figura sulla tolda di comando della Regione. Ma quello che penso io conta meno di zero. Pertanto non mi sognerei lontanamente di deridere l’On. Sen. Come ho avuto modo di dire al senatore Ceccanti, un po’ di ironia non guasta mai e scaccia quella seriosità che altro non è che la tomba della serietà. Lo ripeterò fino alla noia: vista la “solitudine” di Agostini nel chiedere le primarie (se la ricorda l’ultima segreteria che all’unanimità ha deciso che non erano più all’ordine del giorno?) accostargli l’immagine dell’ultimo giapponese non squalifica per nulla il senatore ma è semplicemente un modo per strappare un sorriso in una vicenda, per dirla alla Flaiano, grave ma non seria. Da dove lei abbia dedotto poi la mia contrarietà alla candidatura di Agostini o una “interpretazione faziosa” del regolamento rimane per me un mistero glorioso. Lasciando da parte per un momento le ironie nel suo commento lei insinua cosette abbastanza gravi che, quelle sì, non mi fanno per nulla ridere. Anzi. (http://www.umbrialeft.it/node/29666). Lei mi accusa di operare attraverso il discredito (sic!) per la rimozione della candidatura del senatore “nella speranza di essere ricompensato nelle segrete stanze”. Ora, a parte che questo modesto sito, pure volendo, nulla potrebbe nella vicenda, le comunico che io non ho nulla da chiedere nelle segrete stanze. Senza sapere minimamente chi io sia lei si lancia in giudizi affrettati: io non ho nulla da “mercanteggiare”, come dice lei, perché nulla ho da chiedere e nulla ho da mettere sul piatto di un eventuale mercanteggiamento. E le comunico pure che io non ho nessuna tessera di partito, neppure quella del Prc che è “l’editore” di questo sito, e che nessuno, pensi un po’ che bolscevichi, mi ha mai chiesto di farla o si è mai permesso di mettere becco in quello che scrivo. Io sono un cronistucolo precario di neanche trent’anni che adora il suo mestiere, non un militante di partito né un tifoso. Il mio compito, svolto con il massimo impegno e onestà, si ferma al raccontare a lei e agli altri 3mila lettori quotidiani di questo sito quello che succede. E, sia detto fra noi, per quanto mi riguarda non me ne può fregare di meno di chi candiderà il Pd. Si immagini che sono così tifoso di Bersani che ieri ho pubblicato un paio di interventi (Parisi e Minniti) che amorevolmente scotennavano il segretario. Ma veniamo ora al suo secondo commento (http://www.umbrialeft.it/node/29717). Nessuno, caro Fondelli, ha spostato o cancellato l’articolo che è rimasto sempre lì al suo posto. Pensi un po’: invece che relegare Ceccanti a semplice commento, ho deciso di dargli lo stesso identico spazio del mio articolo così che l’ottimo Ceccanti fosse ancora più visibile. Davvero un bizzarro caso di censura. Perciò, prima di lanciarsi per l’ennesima volta in giudizi affrettati, stia più attento e non si faccia prendere da quella furia dietrologica grazie anche alla quale mi accusa di “ipocrisia e ambiguità”. L’obiettivo, ovviamente, è sempre quello: “le laute contropartite” da ricevere nelle segrete stanze. E poi ancora: nessuno ha criticato o deriso l’On. Sen. Agostini. Tra un po’ di ironia e la derisione c’è qualche piccola differenza. Sono sicuro che Agostini sia uomo ironico e autoironico, che altro non è che il primo sintomo di intelligenza. Mi accingo a concludere. Lei dice che qui si spingerebbe per le decisioni prese nelle segrete stanze e sotto banco. Quelle persone del Pd (segretario, delegati, membri della segreteria e pesi massimi vari) che in questi giorni stanno cercando di quagliare non le ha messe lì lo Spirito Santo ma il voto dei militanti prima e di 80mila umbri poi. Mi pare che come legittimazione democratica possa bastare. Se per lei la serie di fatti con cui ho risposto a Ceccanti sono “vacui contenuti” davvero non so che dirle. Prima di accusare gli altri di ipocrisie o oscuramenti comunque, almeno accenda la luce. La lascio con una perla di saggezza non solo giornalistica ma di vita. Lasci da parte le dietrologie anche perché, come diceva un grande direttore di un grande settimanale, non bisogna stare sempre lì a chiedersi o ad insinuare cosa o chi c’è dietro ad un determinato evento o presa di posizione. “Dietro infatti – diceva - c’è solo e sempre il buco del culo”. Da cui di solito non escono notizie. Ora la lascio, c'è la birra in freezer, la fidanzata fuori con le amiche e la partita su Sky: tutti vizi tipici degli intrallazzatori. Condividi