di Alessandro Cardulli - Dazebao
Sembrava di essere tornati ai tempi dei nani e delle ballerine. Si sono ritrovati i socialisti soppravissuti e oggi ben pasciuti nella casa albergo del Pdl. Al Capranica, per assistere alla proiezione del Dvd di Bettino Craxiî, c'era la folla della mondanitò romana, anche quella un po' pacchiana, volgarotta, ridanciana perchè finalmente dopo anni si ritrovava nel nome di Bettino.
Il giovane-anziano Luca Josi, l'ultimo segretario dei giovani socialisti, che aveva seguito Caxi ad Hammamet, faceva gli onori di casa. Salutava volti noti, quasi tutti facenti parte oggi del Pdl che, in quanto a nani e ballerine non ha niente da invidiare alla corte di Craxi. Seduti in prima fila De Michelis, Martelli, Signorile che Nenni buttò a mare per collocare Bettino, Cicchitto, Sacconi, poi qualche ex sindaco, vecchi dirigenti di aziende pubbliche, professionisti, un bel po' di questi furono condannati per corruzione, tangenti. Ma si sa, furono i giudici comunisti, gli sciacalli, come Di Pietro. Insieme le cortigiane impellicciate, quelle che allora godevano i favori del leader.
Certo la Noemi di Berlusconi, la D'Addario sono altra cosa. Le signore del socialismo berlusconiano cercano di cavarsela ma il segno del chirurgo plastico è evidente. Chissà quanti ricordi frullano nelle testoline delle ex favorite. Per esempio indimenticabile il Congrecso tenuta a Palermo.
Garofani rossi e belle ragazze
I fiori avevano preso il posto della politica. Erano arrivati garofani per tutti i gusti. Avevano viaggiato per tutta Italia dentro vagoni merci per dare un tono di rosso al congresso. Centinaia di belle ragazze li avevano distribuiti ai delegati e poi anche per le strade della città. Per diventare grandi statisti, come la vecchia corte craxiana, oggi berlusconiana, definisce Craxi, ci vogliono anche gli spettacolini. Grande statista, certo, ma dopo Berlusconi, visto che lui stesso si è dichiarato più in gamba di DeGasaperi e qualcuno lo ha paragonato a Papa Wojtila. Ma sì, va di moda, negli ambienti non craxiani, anche fra i riformisti, il tentativo fanciullesco di guardare a due Craxi, l'uomo politico e l'altro, quello che qualche marachella l'ha commessa. Perfino personaggi come Piero Fassino , recitano una specie di mea culpa perchè per l'Italia ha fatto molte cose buone. Invece i comunisti per colpa di quel moralista di Enrico Berlinguer non capirono che bisognava lasciar fare a Bettino, allearsi con lui consegnandogli la sinistra. Certo il Pci aveva il consenso elettorale del 33 per cento degli italiani, Craxi neppure del nove per cento, ma ci sapeva fare. Berlinguer con quella questione morale rovinava sempre tutto. Tesi singolari. Non ci sono due Bettino, un dottor Jekill e un mister Hyde. Ce n'è uno solo.
Nenni cerca la stanza dei bottoni
Pietro Nenni, da vicepresidente del Consiglio, diceva che era andato alla ricerca della stanza dei bottoni. Ma quella stanza non l'aveva mai trovata. Craxi capì che quella stanza non si trovava nei palazzi del governo, nei ministeri, si doveva cercare in un rapporto malavitoso con le grandi aziende pubbliche, con i finanzieri d'assalto, bisogna occupare le poltrone del potere, televisioni, radio, giornali.
La stanza dei bottoni che Pietro Nenni non trovò mai erano i soldi, tanti soldi.
Il potere per il potere, il lusso, lo sfarzo, avevano bisogno di continui finanziamenti: questo hanno detto i processi e le condanne, quelle definitive e quelle di cui non si parla, ferme al primo grado del processo e le prescrizioni. Insomma un solo Craxi che, guarda caso, come Berlusconi, aveva un vero e proprio sprezzo per il Parlamento. Lo definiva un suk e i giornalisti che lo frequentavano li chiamava "raccoglitori di cicche". Uno storico socialista come Luciano Cafagna ricordava che Craxi aveva bisogno di assoluta autonomia anche sul piano finanziario. Parlava di "un disegno diabolico per collocarsi come un ragno, al centro della tela del finanziamento politico, ampliandola a proprio favore più rapidamente degli altri, in modo da farsene addirittura regista e redistributore. E diventare così definitivamente centrale, indispensabile, arbitro".
Il lusso, lo sfarzo, le pupe di regime
Per realizzare questo cinico disegno ci volevano anche i lustrini, il lusso, lo sfarzo, le cortigiane, le adoratrici, Bettino veniva indicato come uno sciupafemmine. Fu Rino Formica, allora ministro delle Finanze , acuto e astuto dirigente del Psi, critico nei confronti di Craxi ed oggi promotore di una iniziativa per riportarne la salma in Italia con tutti gli onori possibili, a parlare del partito,in tono spregiativo,come di "una corte di nani e ballerine". In particolare si riferiva all'Assemblea Nazionale, priva di ogni potere decisionale, che aveva preso il posto del Comitato centrale, che era il vero organo politico del PSI. Ne facevano parte anche le "pupe di regime", prima fra tutte Ania Pieroni, un'attrice fedelissima di Bettino. Sono cose di ieri, anzi dell'altro ieri. Ma sembra oggi. In fondo Bettino e Silvio erano compari.
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