PERUGIA – I problemi riscontrati sull’applicazione della legge “7/2008”, che istituisce nelle Aziende Unità sanitarie locali umbre il servizio di assistenza odontoiatrica, protesica ed ortesica a costi contenuti, sono dovuti alla non adesione dei dentisti privati a causa della scarsa disponibilità economica prevista (300mila euro), al tariffario che non viene ritenuto adeguato dalle associazioni dei dentisti e soprattutto degli odontotecnici, e alla difficoltà delle Usl nel mettere in atto un servizio che – come hanno spiegato i direttori delle Asl umbre in audizione presso il Comitato di monitoraggio e vigilanza sull’amministrazione regionale – necessita di assunzione di personale, medico e infermieristico, in deroga ai vincoli contenuti nella finanziaria. Vale a dire che si dovrà poter procedere ad assunzioni mirate perché le risorse non consentirebbero l’utilizzo del personale e dei mezzi già in dotazione con i contratti già in essere. Assunzioni quindi non strutturali ma che rientrebbero, con contratti libero professionali, fra i “beni e servizi” delle aziende sanitarie. Altro problema connesso all’applicazione della legge riguarda l’altra parte in causa per la realizzazione del servizio, ovvero gli odontotecnici, che devono realizzare le protesi e tutti gli apparecchi indispensabili per le cure previste dalla legge e indicate nel tariffario stilato dalla Regione. Sarà infatti necessario procedere ad una gara per individuare chi coadiuverà i dentisti nelle cure dei pazienti. Sono questi i motivi principali per cui la legge sull’assistenza odontoiatrica, protesica ed ortesica a costi contenuti, pur essendo in vigore a titolo sperimentale dallo scorso mese di settembre e pur essendo stata prorogata fino all’aprile di quest’anno, non abbia trovato realmente applicazione nelle strutture sanitarie dell’Umbria. Il presidente del Comitato di monitoraggio Enrico Sebastiani ha definito l’incontro con i direttori delle Asl “molto utile e proficuo”, ed ha annunciato una risoluzione del Comitato che possa indirizzare verso la soluzione del problema, potenziando i servizi interni alle Asl stesse e superando il problema dei convenzionamenti dei privati, che in questo momento rappresenta il principale motivo di empasse per l’applicazione della legge. Considerata anche l’ipotesi di autofinanziamento delle aziende Usl, per raggiungere l’obiettivo di permettere a tutti le cure del dentista, sulla scorta di quanto accade nella Asl numero 1 che riesca ad erogare a prezzi concorrenziali anche servizi che esulano dai livelli minimi di assistenza, anche se a spese dei cittadini. Condividi