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La riforma del fisco del Governo Berlusconi che prevede – almeno ad oggi – due sole scaglioni di irpef (23 per cento fino a 100mila euro di reddito; 33 per cento dai 100mila euro di reddito in su) contro le terribili 5 sotto le quali il Governo Prodi è tracollato (per colpe sue), potrebbe essere una grande svolta per le famiglie e per il rilancio dei consumi anche in Umbria. Però c’è da premettere subito un aspetto fondamentale prima di entrare nei guadagni per le fasce di reddito: i benefici veri ed esaltanti non riguardano i ceti medio-bassi ma quelli medio-alti. Una scelta precisa di un Governo che per questioni di equilibri deve strizzare l’occhio spesso al Centro Nord che rispetto al resto del paese ha una classe media con redditi nettamente superiori alla media nazionale. I conti in tasca agli umbri Sulla base dei dati forniti come bozza da Ministero delle Finanza, il taglio degli scaglioni non comporta nessun beneficio per tutti quei lavoratori – e sono molti – che dichiarano un reddito lordo di 15 mila euro (860 euro netti per 13 mensilità). Un dato non di secondo piano dato che metà dell’Italia dichiara un reddito medio tra questa cifra i 17mila euro. L’Umbria si trova a metà classifica di questa speciale classifica con 18mila 500 mila euro di reddito medio. A questa quota qualcosa già cambia nelle tasche delle famiglie che diventano più ricche. Con l’attuale scaglione (27 per cento di Irpef) chi dichiara 18.500mila euro paga al mese 367 al mese a questi vanno aggiunti 136 euro di contributi provvidenziali per un totale di 503 euro che porta la mensilità al netto a 857. Addirittura meno – grazie allo scaglio del 23 per cento – di un lavorato che come abbiamo visto dichiara 15mila euro all’anno. Un paradosso che di fatto la riforma annunciata dal Governo cancellerebbe: infatti con uno scaglio al 23 per cento dell’Irpef la busta paga passa a 912 euro, 55 euro in più al mese. Alla fine dell’anno il lavoratore medio umbro otterrà 748 euro. Quasi uno stipendio in più. Situazione migliore per chi dichiara 25mila euro: attualmente ogni mese portava a casa 1159 euro al mese dando allo stato 679 euro. Con la eventuale riforma guadagna 74 euro in più al mese (busta paga 1233 euro) che all’anno vuol dire 1006 euro. A quota 30mila 500 euro i guadagni si fanno veramente interessanti: alla fine dell’anno si arriva a mettere in tasca qualcosa come 4mila euro. I benefici dei super-ricchi Chi dichiara più di 50mila euro alla fine dell’anno guadagnerà 7500 euro; con 75mila euro si arriva a 12mila. Lo scaglione passa al 33 per cento per i redditi sopra i 100mila euro ed i guadagni per manager e dirigenti e imprenditori si fanno pesanti tra i 18mila fino a 49mila all’anno per chi arriva ad un reddito di 500mila euro. La riforma però è ancora in sospeso: lascerebbe un buco di 20miliardi di euro che in tempi di crisi potrebbe far salire il debito pubblico in maniera preoccupante. Serve dunque un ulteriore sforbiciata alle spese. Gli enti locali sono a rischio. Un mano arriverebbe dai maggiori consumi che potrebbero valere 3miliardi di euro. Condividi