Luigi Bori
Portavoce di S.E.L.
L’intestazione di una via è un fatto con risvolti esemplari. Non mi pare che Craxi da questo punto di vista sia simbolo dell’esaltazione di un esempio da seguire o da far apprezzare dai cittadini attuali e futuri.
Il “marchio” c’è stato, c’è e ci sarà ormai sempre e non sarà l’intestazione di una via la soluzione per una riabilitazione ma sembra piuttosto la scorciatoia per i proponenti di ripulirsi la coscienza. Non si può pensare che qualcuno possa ritenersi al di sopra della legge, tanto più se figura di spicco della politica che dovrebbe proporsi come modello per la collettività.
Penso invece che sia utile prenotare in anticipo una futura strada o piazza della città per Sergio Cusani, che della Tangentopoli craxiana ne era l’organizzatore.
Infatti Cusani, finanziere milanese (con mamma perugina!), oltre ad aver pagato il suo conto con la giustizia, sia in termini di reclusione, sia restituendo il denaro accumulato illegalmente, ha utilizzato i lunghi anni della detenzione per sostenere la battaglia “intra moenia” per il miglioramento delle condizioni di vita dei carcerati e, una volta scontata la pena detentiva, per svolgere attività filantropiche in Onlus e persino a fianco dei metalmeccanici della FIOM, nell’impegno costante di elaborare le strategie più utili a far migliorare le condizioni di lavoro e salariali degli operai italiani.
Cusani a parer mio potrebbe meritare “post mortem” l’onore di vedersi intestare un luogo pubblico nella città.
Perugia del resto non è certo stata avara, e giustamente, con gli emblemi positivi del socialismo del ‘900: Piazza Matteotti, il cuore della città, è lì a dimostrarlo.
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