Minoranze interne all'attacco alla riunione del coordinamento politico del Pd, la cosiddeta riunione del caminetto: il segretario Pierluigi Bersani è stato criticato da Dario Franceschini, Piero Fassino e Ignazio Marino per l'assenza della gestione plurale durante la scelta delle candidature per le regionali, gestione plurale che era stata promessa dopo il congresso.
Ieri sera il candidato del Pd alle primarie in Puglia, Francesco Boccia, aveva lasciato intendere di voler fare un passo indietro: ''Nessuna persona sana di mente puo' essere disposto a candidarsi a queste condizioni'', aveva detto. Ma dal 'caminetto' ha avuto il pieno sostegno ad andare avanti. Dopo l'introduzione di Bersani che ha difeso il lavoro fin qui svolto per le regionali, Franceschini è intervenuto per primo sottolineando come non ci sia stata una consultazione delle minoranze per la scelta dei candidati nelle diverse regioni.
Di qui l'impasse raggiunta in diverse regioni, come la Puglia o l'Umbria. Per quanto riguarda quest'ultima Franceschini ha ribadito che in campo c'è sempre la candidatura di Mauro Agostini, ed ha sottolineato che in Puglia se verranno accettate le primarie Area Democratica sosterrà lealmente Francesco Boccia, in quanto candidato del partito.
Molto critico anche Ignazio Marino, dopo che Bersani aveva sostenuto la tesi che le primarie si devono svolgere solo laddove sono necessarie: le primarie, ha sottolineato il senatore chirurgo, sono uno strumento con cui coinvolgere l'elettorato non solo sui nomi dei candidati ma anche sul progetto politico e sul programma, e quindi andrebbero svolte sempre. Non sono mancate poi le critiche sulla subordinazione del Pd all'Udc, non solo in Puglia ma anche in Calabria.
Sotto accusa le recenti affermazioni fatte in quest'ultima regione da Bruno Censore, esponente calabrese vicino ad Enrico Letta, il quale ha proposto di cedere la candidatura all'Udc pur di agganciare questo partito: se si vuole allargare la coalizione verso l'Udc va bene, ha detto Franceschini, ma qui non si sta allargando l'alleanza bensì la si sposta verso il centro, visto che ai centristi viene sacrificata l'area della sinistra radicale con cui il Pd amministra le regioni da cinque anni.
Venerdì
15/01/10
13:44