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Bocciata. Secondo quanto trapelato dal palazzo di piazza della Repubblica a Perugia (sede regionale del Pd), il ricorso presentato dai franceschiniani contro la candidatura alle (eventuali) primarie di Maria Rita Lorenzetti è stato accolto. La via delle primarie, dunque, è stata sbarrata alla presidente. Sempre secondo quanto trapelato (i garanti sono ancora barricati per redigere il verbale della riunione), i ricorsi presentati dal "partito" della Lorenzetti contro due dei garanti, ossia Anna Lombardi (moglie del consigliere regionale franceschiniano Paolo Baiardini) e Calogero Alessi (numero uno di Sviluppumbria) sono stati respinti. La riunione dei garanti del Pd era iniziata oggi alle 10 con il suo presidente Fausto Prosperini in crociera lungo il Nilo. Della serie, meglio una secolare maledizione del Faraone che dare torto alla Lorenzetti. Chi ha potuto buttare un occhio nella stanza di piazza della Repubblica ha parlato di una montagna di carte che a confronto il caso Narducci sembrerebbe una bega di condominio. E intanto l’insofferenza sale. A farlo notare, questa mattina durante una camminata lungo corso Vannucci, è un bersaniano di rango. Intorno a noi – è questo il succo del ragionamento – comincia a salire l’insofferenza. Bisogna scegliere presto e bene, e questa scelta non può che essere fatta nel “laghetto” bersaniano. E magari, proprio per placare questa insofferenza, si stanno muovendo le cose (alleluja) anche sul fronte del programma. Mentre in piazza della Repubblica infatti i garanti cercano di venir fuori da un terrificante pantano di codicilli, Lamberto Bottini ha incaricato Valerio Marinelli di buttare giù due o tre pagine di idee che costituiranno l’ossatura del confronto con gli alleati. Tutto questo, ovviamente, dopo che sarà arrivata la fumata bianca sul candidato presidente. IL CAMINETTO A ROMA Tra qualche minuto intanto, a Roma è prevista la riunione del cosiddetto "caminetto" dei big del partito. All'ordine del giorno il rebus delle candidature nelle regioni dove la situazione è altamente ingarbugliata. Tra i nodi principali che si troverà a sbrogliare Bersani la situazione in Puglia e in Umbria. La prima ha come sfondo il rapporto con l'Udc. Il candidato della segreteria, Francesco Boccia, fa sapere di voler vedere attorno a sé tutto il partito. Solo in quel caso sarebbe disponibile a partecipare alle primarie contro Vendola. Per questo sabato è convocata l'assemblea del partito pugliese e questa sera Massimo D'Alema è andato a Bari. D'Alema è in Puglia in concomitanza con la visita del Presidente della Repubblica, e non è ancora certo che sabato interverrà all'assemblea. Ma di certo questi giorni avrà alcuni contatti con i dirigenti locali, dato che in Area democratica molti storcono il naso all'ipotesi di una candidatura di Boccia. In Umbria l'Udc non c'entra, "il Pd si è ingarbugliato da solo" spiega un esponente vicino a Franceschini. E questa sera si dovrà decidere se chiudere definitivamente le porte al terzo mandato di Maria Rita Lorenzetti per cercare un altro candidato unitario. Poi la Campania, dove resta aperto il dubbio fra continuità con l'era Bassolino e la discontinuità chiesta da parte del Pd e da molti alleati. E infine di nuovo il nodo del rapporto con l'Udc: in Veneto l'Udc preferirebbe correre da solo, nonostante la disponibilità del Pd a sostenere il candidato centrista, mentre in Calabria si sta valutando se aprire al casiniano Roberto Occhiuto, come ha fatto trapelare ieri Bersani. Condividi