PERUGIA - I tempi di attesa per le visite specialistiche in Umbria nel loro insieme si sono progressivamente ridotti, fino a rientrare nei canoni indicati dal Ministero della sanità che impone il rispetto di giorni prefissati, almeno nell’ottanta per cento delle prestazioni. Ad incidere sui tempi ancora troppo lunghi incide molto la preferenza degli utenti che chiedono accertamenti negli ospedali più grandi, nella convinzione che solo lì ci siano le tecnologie e i sevizi migliori. Così la dirigente regionale del settore, dottoressa Paola Casucci, ha risposto, a Palazzo Cesaroni, in terza Commissione consiliare, ad una interrogazione urgente del consigliere Aldo Tracchegiani (Gruppo misto-Lega Nord) che sulla annosa vicenda delle liste di attesa e sui mancati effetti dell’ultimo Piano sanitario regionale, ha posto alla Giunta due quesiti specifici: per quali ragioni le stesse prestazioni mediche che il servizio pubblico differisce nel tempo, si possono ottenere in 24 - 72 ore con lo stesso specialista, ma a pagamento in intramoenia; favorire proprio le visite intramoenia è una scelta politica, per necessità finanziarie? Alla dirigente che ha parlato di ulteriore impegno della Regione per ridurre le attese tramite una adozione più efficace dei cosiddetti Rao (Raggruppamenti di attesa omogenei) e di riorganizzazione dei Cup (Centri unici di prenotazione) a livello regionale, anche per le visite intramoenia, al fine di controllarne l’andamento, l’interrogante Tracchegiani ha dichiarato la propria non soddisfazione. Tracchegiani, ribadendo un concetto già espresso in sede di approvazione del Piano sanitario regionale, dopo ave ribadito che il fenomeno non è in calo, ha proposto di ridurre la pressione della domanda di visite specialistiche sulle Aziende ospedaliere, programmando la presenza sugli ospedali territoriali degli stessi medici specialisti che operano nei nosocomi più grandi. Condividi