PERUGIA - La terza Commissione di Palazzo Cesaroni ha licenziato il testo del secondo Piano sociale regionale 2010-2012. A favore dell’atto che a breve arriverà in Aula, hanno votato cinque consiglieri della maggioranza, tre i voti contrari espressi dal Pdl, si è astenuto Enrico Melasecche (Udc). La Commissione ha stabilito che il Piano verrà illustrato in Consiglio da tre relazioni, del presidente Enzo Ronca per la maggioranza, di Enrico Sebastiani (Fi-Pdl) e Enrico Melasecche (Udc) per le minoranze.
Si tratta di un atto fondamentale della legislatura sul quale la Regione investirà molte risorse, ha dichiarato dopo il voto il presidente Enzo Ronca, “paragonabile per importanza a quello sanitario, proprio perché in Umbria è cresciuta costantemente la percentuale di cittadini con problemi sociali, di anziani da assistere, di famiglie fragili che all’improvviso possono ritrovarsi alle prese con problemi enormi come soggetti non più autosufficienti, da assistere, ma anche disoccupazione che crea immediata mancanza di reddito”.
Un piano, ha aggiunto Ronca, che “si caratterizza per elementi decisamente nuovi, come la gestione dei servizi da calare nell’ambito di 12 zone sociali che fanno capi ai quattro Ati (Ambiti territoriali integrati), e gli obiettivi qualificanti da perseguire che si chiamano equità e universalità dei servizi, da erogare indistintamente, in tutti i territori della regione. Con il secondo Piano sociale l’Umbria dà concreta attuazione ad un altro concetto chiave del nuovo Statuto, la sussidiarietà rimasta un po’ in penombra. In ragione di questa scelta avranno ruoli concreti ed operativi le cooperative sociali, l’associazionismo più attivo nei territori, le stesse famiglie organizzate, ed anche la Caritas e le Diocesi: c’è infatti da intervenire con tutte le energie disponibili sui problemi reali della non autosufficienza e perfino sui conflitti sociali che possono insorgere per effetto dell’immigrazione, che il documento indica di affrontare con lo strumento della mediazione.
La Commissione oltre a garantire il massimo della partecipazione sulle scelte del Piano ha apportato modifiche ed integrazioni: una dell’ultima ora riguarda la professione dell’assistente sociale con laurea magistrale che, su sollecitazione del loro ordine, abbiamo inserito fra le figure intermedie di secondo livello”.
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