di Daniele Bovi
Nel Pd umbro, per il momento, si aspetta. Si aspetta il decisivo caminetto dei big nazionali del partito (convocato da Bersani per questa sera alle 21), che avrà come piatto forte non una salsicciata o una castagnata tra amici bensì il ben più spinoso rebus delle candidature. Un rebus che attanaglia Campania, Puglia, Calabria e, ovviamente, Umbria. E si aspetta anche la conclusione della riunione fiume del collegio umbro dei garanti del partito.
Una riunione che, iniziata oggi alle 10 con il suo presidente Fausto Prosperini in crociera lungo il Nilo (della serie, meglio una secolare maledizione del Faraone che dare torto alla Lorenzetti), vede tre argomenti all’ordine del giorno. Primo: i garanti devono capire se possono decidere sul ricorso presentato dai lorenzettiani contro due componenti del collegio stesso, ossia Anna Lombardi, moglie del consigliere regionale franceschiniano Paolo Baiardini e Calogero Alessi, numero uno di Sviluppumbria. Devono, cioè, capire se possono decidere su loro stessi. Secondo: ci sono i tempi tecnici per dare vita alle eventuali primarie? Terzo: può candidarsi la presidente Lorenzetti aggirando così lo statuto che prevede il sì dei due terzi dell’assemblea regionale? Chi ha potuto buttare un occhio nella stanza di piazza della Repubblica, sede del Pd umbro dove si sta tenendo la riunione, parla di una montagna di carte che a confronto il caso Narducci sembrerebbe una bega di condominio.
E intanto l’insofferenza sale. A farlo notare questa mattina, durante una camminata lungo corso Vannucci, è un bersaniano di rango. Intorno a noi – è questo il succo del ragionamento – comincia a salire l’insofferenza. Bisogna scegliere presto e bene, e questa scelta non può che essere fatta nel “laghetto” bersaniano.
E magari, proprio per placare questa insofferenza, si stanno muovendo le cose (alleluja) anche sul fronte del programma. Mentre in piazza della Repubblica infatti i garanti cercano di venir fuori da un terrificante pantano di codicilli, Lamberto Bottini ha incaricato Valerio Marinelli di buttare giù due o tre pagine di idee che costituiranno l’ossatura del confronto con gli alleati. Tutto questo, ovviamente, dopo che sarà arrivata la fumata bianca sul candidato presidente.
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