"Anche l’Umbria - dice in una nota il senatore Francesco Ferrante, siciliano ma eletto in Umbria - è coinvolta nella scelta dei siti nucleari, essendo il territorio alla confluenza di Tevere e Nera tra Orte e Magliano Sabina tra le aree candidate". Il senatore ha anche preannunciato un'interrogazione urgente al ministro Scajola. "Durante il 'question time' di martedì alla Camera - prosegue il senatore ecodem - il governo, rispondendo a un'interrogazione di Ermete Realacci, si è rifiutato di indicare l'elenco dei siti nucleari, preoccupato per gli effetti sulle prossime elezioni regionali, ma non ha smentito che la lista in via di predisposizione ricalchi quella definita a suo tempo dal Cnen. Ciò significa molto semplicemente che degli oltre 40 siti della mappa nucleare dell'Italia, uno si trova al confine tra Lazio e Umbria, ovvero alla confluenza del Tevere e del Nera tra Orte e Magliano Sabina. In base alla mappa stilata a suo tempo dal Cnen, questo sito soddisfa i requisiti richiesti dal nucleare, a cominciare dall'ampia disponibilità di risorse idriche". "I silenzi 'pre-elettorali' del governo - continua Ferrante - confermano che la scelta nucleare di Berlusconi e Scajola non è solo profondamente sbagliata in sé, per gli altissimi rischi ambientali e gli esorbitanti costi economici collegati alla realizzazione di nuove centrali atomiche: è anche una scelta inaccettabile per i metodi e le procedure seguiti. Mentre ai cittadini viene tenuto nascosto dove nasceranno gli impianti nucleari, la lista è perfettamente a conoscenza non solo del governo ma anche delle imprese interessate all'affare: di recente l'ha ammesso candidamente lo stesso amministratore dell'Enel Fulvio Conti, dichiarando testualmente che 'nemmeno sotto tortura avrebbe rivelato la lista' ". Ma sulla questione del nucleare è intervenuta questa mattina, sempre con una nota, anche Legambiente Umbria. L'associazione ambientalista chiede ai futuri candidati alle prossime elezioni regionali se vorrebbero o meno una centrale im Umbria. “Una centrale nucleare nella mia regione, sì o no?”. Questo il quesito che Legambiente rivolge a tutti i canditati alle prossime elezioni regionali, sollecitando una risposta immediata, in modo da garantire un confronto trasparente e democratico sul rilancio del nucleare in Italia. “Un tema così pesante per il futuro del Paese da non potere in alcun modo rimanere fuori dal dibattito elettorale - sottolinea Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente -. I cittadini italiani non possono essere costretti a escludere la questione atomica dalle loro valutazioni”. “Tutti i candidati - prosegue Cogliati Dezza - ci dicano chiaramente come la pensano e come intendono comportarsi nel momento in cui andrà stabilita la localizzazione dei siti per le centrali. A quanto pare il governo sta cercando di rimandare ogni decisione sui possibili siti a dopo le elezioni ma si rischia così di procedere in maniera ben poco democratica. Gli elettori devono conoscere le posizioni di coloro che stanno per delegare a governare il territorio”. Le Regioni hanno un ruolo essenziale nella definizione delle politiche energetiche del nostro Paese. Tant’è che undici di loro (Lazio, Marche, Umbria, Basilicata, Puglia, Calabria, Toscana, Liguria, Emilia Romagna e Piemonte, Campania) hanno avanzato ricorso alla Corte Costituzionale nei confronti della norma varata dal governo che (caso unico nei paesi occidentali) prevede la possibilità di avviare la costruzione di una centrale nucleare o di un impianto di trattamento di scorie anche in presenza di un parere contrario delle istituzioni locali e delle regioni interessate, militarizzando inoltre i siti scelti. Condividi