Enzo Carra e Renzo Lusetti, tra ifondatori della Margherita e aderenti della prima ora del Pd lasciano il Partito democratico per passare all'Udc per la Costituente di centro. La decisione di cambiare partito e gruppo parlamentare è stata comunicata dai due deputati con una lettera al presidente della Camera Gianfranco Fini, ai leader del Pd e dell'Udc Pierluigi Bersani e Pier Ferdinando Casini ed al capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini. ''Il Pd, dopo un congresso di cui pare non si voglia molto prendere atto - ha spiegato Enzo Carra – è molto diverso dalla formazione a cui avevo inizialmente aderito, muovendosi verso un progetto di centro-sinistra che ho contrastato anche candidandomi alle primarie''. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso rispetto all'adesione al Pd è stata la candidatura di Emma Bonino alle regionali in Lazio. ''E' grave - sottolinea Carra - che questa candidatura sia arrivata per l'inerzia del Pd''. Carra non ha nascosto la sua ''amarezza'' nel ''riconoscere un fallimento''. ''Tuttavia - ha ribadito - è impossibile rettificare una linea tracciata''. Una strategia geniale. Mentre la Bonino, invece di un grigio burocrate di partito, è l’unica che per carisma e competenza può riconquistare per il centrosinistra una regione persa in partenza dopo il Transgate di Marrazzo, Carra e Lusetti vanno nel partito che appoggia la Polverini. Una Polverini in piena crisi d’immagine dopo la storia del tesseramento gonfiato dell’Ugl tirato fuori in questi giorni dai giornali. Geniale. (Per leggere l'ottima inchiesta del quotidiano Europa clicca qui http://www.europaquotidiano.it/dettaglio/115762/i_segreti_di_renata) Carra ha poi definito la scelta di lasciare il Pd come ''la più difficile e sofferta della mia vita politica''. Lusetti ha invece sottolineato: ''l'itinerario del Pd non coincide più con il nostro. Non è un problema di chi guida il Pd, ma di un progetto politico che non è mai decollato. E il fatto che il Partito democratico abbia cambiato tre segretari dalla sua nascita la dice lunga. Oggi scommettiamo sul futuro, per noi inizia un cammino nuovo, un percorso diverso e credibile che, spero, ci porterà lontano''. Quanto alla candidatura della Bonino nel Lazio, Lusetti ha detto: ''Nulla di personale, ma è possibile che un partito che aspira al 30% e di governare al posto di Berlusconi non sia capace di esprimere una candidatura dal proprio gruppo dirigente? Il Pd non ha fatto politica, non ha negoziato, ha accettato la candidatura della Bonino, che rappresenta il simbolo di quella cultura laicista che il cattolicesimo democratico ha sempre combattuto''. Carra e Lusetti dimenticano infine che la Bonino, come i radicali, fanno parte del Pd con cui hanno un accordo. Ma dimenticano soprattutto, o fanno finta di dimenticare, che la Bonino non fa parte di una cultura laicista bensì di una cultura laica e liberale che in questo paese non ha mai attecchito. Una cultura a cui non passa manco per l’anticamera del cervello di dire “o noi o loro”. Condividi