Standard & Poor’s conferma il rating di controparte a lungo termine “A+” alla Regione Umbria. Le prospettive sono stabili. Il rating riflette la buona situazione finanziaria della Regione Umbria, l’equilibrio finanziario del sistema sanitario regionale, il debito finanziario residuo contenuto. Il rating tuttavia risente della rigidità della struttura della spesa regionale, dell’elevata dipendenza da risorse statali sia di parte corrente, sia di parte capitale e delle attuali difficoltà dell’economia locale. La Regione Umbria continua a riportare buoni risultati finanziari, stabilizzando il proprio margine corrente al 4% delle entrate correnti in media negli ultimi tre anni. Tale risultato è probabile confermarsi per i prossimi tre anni, grazie ad un forte controllo dei costi sia nel settore della sanità che ancora rappresenta l’80% delle spese correnti regionali, sia sulla spesa di amministrazione generale. Nonostante le difficoltà dell’economia locale che premono sui conti regionali, soprattutto dal lato della spesa, Standard & Poor’s stima che il loro impatto sui conti regionali sarà comunque modesto: la struttura delle entrate regionali, molto incentrate al finanziamento della sanità, sono relativamente immuni ai cicli economici. La Regione Umbria registra da qualche anno una buona capacità di mantenere i conti della sanità in equilibrio frutto di una stabilizzazione della crescita della spesa sanitaria sotto il 4% negli ultimi cinque anni (8% a livello nazionale) e più adeguati trasferimenti dello Stato a copertura dei fabbisogni del sistema sanitario. L’aumento, inoltre, accordato dallo Stato al finanziamento complessivo della sanità nella legge Finanziaria 2010 rendono, a dispetto di quanto detto nello scorso anno, più possibile il mantenimento del pareggio di bilancio del sistema sanitario umbro. Anche in una scenario pessimistico, con una crescita della spesa sanitaria umbra sopra al 3 per cento, che produrrebbe disavanzi sanitari tra il 2% ed il 3% delle entrate correnti, l’Umbria continuerebbe a collocarsi in vantaggio rispetto ad altre realtà regionali italiane. Come per altre realtà regionali italiane, la ciclicità nel trasferimento delle risorse comunitarie e statali, insieme alle discrepanze tra accertamenti ed impegni sulla parte in conto capitale ha prodotto negli ultimi anni volatilità in termini di saldo netto da finanziare. L’avvio della nuova programmazione comunitaria 2007-2013 riporterà il fabbisogno finanziario dell’Umbria intorno ad una media al 5% delle entrate totali nel triennio 2010-2012, al quale la Regione farà fronte sia attraverso l’uso di risorse di bilancio, sia, in maniera residuale, attraverso un ricorso moderato al debito, che Standard & Poor’s stima entro i 50 milioni di euro per anno. Il debito finanziario residuo della Regione scende al 34% delle entrate correnti a fine 2009 (658 milioni di euro) rispetto al 37.8% (749 milioni di euro) del 2007. Metà del debito a fine anno è a carico dello Stato. Il livello del debito finanziario della Regione Umbria rimane tra i più bassi secondo gli standard nazionali ed internazionali di Standard & Poor’s, sotto il 20% delle entrate correnti nel 2009. Sebbene ci si attenda che la Regione Umbria ritorni a contrarre debito nei prossimi anni, questo non determinerà un aumento dello stock di debito a fine anno, in termini assoluti. Il rapporto debito su entrate correnti è previsto rimanere sotto la soglia del 35% delle entrate correnti per i prossimi tre anni. L’Umbria è una piccola regione con un buon livello di servizi ed un dinamico settore industriale, tipico del centro Italia, che contribuisce ancora fortemente alla ricchezza regionale. Nonostante i buoni fondamentali economici riportati negli ultimi anni, la regione attraversa serie difficoltà economiche che affliggono maggiormente i comparti industriali più tradizionali della Regione e tutto il tessuto produttivo regionale. Sebbene questo possa suggerire maggiori pressioni sulla spesa pubblica a sostegno dell’economia locale, secondo il giudizio di Standard & Poor’s, in realtà le risorse proprie regionali da destinarsi al settore dello sviluppo economico e politiche del lavoro rimangono tuttavia assai limitate, vista la forte concentrazione della spesa regionale verso il settore sanitario. Di conseguenza la recessione economica non ha un significativo impatto sulle performance finanziarie regionali. Liquidità. La liquidità della Regione Umbria è forte. A Novembre 2009, le giacenze medie di cassa presso il tesoriere regionale erano pari a 457 milioni di euro (4.6 volte il servizio annuale del debito), in aumento rispetto al precedente anno. A questa si aggiungono le giacenze presso la Banca d’Italia, pari a 1.16 miliardi di euro, presso il quale i trasferimenti dello stato e dell’Unione sono accreditati ed il cui utilizzo è subordinato all’uso delle risorse presso la tesoreria propria. Standard & Poor’s stima per il primo semestre 2010 una liquidità media mensile superiore ai 300 milioni di euro; il servizio del debito dovuto nel 2010 è stimato a 86 milioni di euro. Più regolari trasferimenti dello Stato per la sanità e la buona posizione di cassa della Regione hanno ridotto fortemente le possibili tensioni di liquidità delle aziende sanitarie locali. Alcune tuttavia continuano a ricorrere ad anticipazioni di cassa presso i propri tesorieri sebbene moderatamente. A fine 2008, le Aziende sanitarie locali riportano un debito commerciale cumulato pari a 205 milioni di euro, ovvero il 15% delle spese correnti regionali, un livello moderato ed inferiore a quello delle altre regioni italiane. I ritardi nei tempi di pagamento verso fornitori sono stati in media di 178 nei primi dieci mesi del 2009, contro una media nazionale di 286 giorni. Prospettive stabili. Le prospettive stabili riflettono le attese di Standard & Poor’s sulle capacità della Regione Umbria di preservare l’equilibrio finanziario del sistema sanitario regionale insieme a soddisfacenti risultati di bilancio, che risultino in una stabilizzazione del livello del debito finanziario regionale. Si stima, infine, che il rapporto tra debito ed entrate correnti resti al di sotto del 35 per cento. Una deviazione significativa da tale scenario porrebbe il rating della Regione sotto pressione. Standard & Poor’s considera tuttavia tale evento abbastanza improbabile nel medio termine. Il rating di lungo temine dell’Italia (A+/Stabile/A-1) limita ogni possibile innalzamento di rating dell’Umbria, in considerazione dell’attuale struttura di relazioni interistituzionali tra Governo Centrale e governi locali che continuano a condizionare e limitare l’autonomia finanziaria di quest’ultimi. Un innalzamento del rating della Repubblica Italiana non comporterebbe tuttavia un automatico innalzamento di quello della Regione Umbria. Standard & Poor’s analizzerà le perfomance finanziarie e il merito di credito della Regione prima di prendere la più appropriata azione di rating. Condividi