di Gianluca Graciolini e Stefano Vinti
Rifondazione Comunista dell’Umbria sostiene con convinzione la proposta del Sindaco di Nocera Umbra, Donatello Tinti, di procedere alla convocazione di una grande manifestazione, unitaria ed interregionale, a Roma per l’Accordo di Programma sulla Merloni, per mettere in campo da subito ogni azione volta a superare la drammatica crisi economica dell’Appennino umbro-marchigiano e per ricreare le condizioni del suo sviluppo. Condividiamo e lo abbiamo sostenuto altre volte che la questione della crisi di questo territorio, e non solo in relazione alla Merloni e del suo indotto, deve costituire una priorità assoluta nella considerazione della Regione dell’Umbria. Riteniamo positiva l’introduzione nel documento varato dal Consiglio comunale aperto di Gualdo Tadino della questione da noi posta dell’istituzione di una Zona Franca fiscale e previdenziale nei territori direttamente esposti agli effetti della crisi Merloni. Finalmente essa entra nell’agenda politica delle Istituzioni locali. Non comprendiamo le timidezze prevalenti su questa proposta di una certa politica, oramai esclusivamente affaccendata nelle vicende per le candidature alle elezioni regionali. Per parte nostra la rilanciamo da subito: essa entri nella piattaforma della manifestazione promossa da Tinti perché può senz’altro costituire un valore aggiunto alla questione della necessità di restituire a questo territorio un’ipotesi concreta di superamento della crisi e una speranza di futuro. L’istituzione della Zona Franca deve fare da coronamento allo stesso Accordo di Programma tra Governo e Regioni. La manifestazione di Roma è utile per tornare a concentrare l’attenzione sulla principale vertenza economica e del lavoro della nostra Regione: questa è una vertenza dai caratteri straordinari e per sua stessa natura oltre per le drammatiche conseguenze che produce, nazionale: si va a Roma perché lì è il governo nazionale e il ministero delle attività produttive, i soggetti principali in cui risiede la responsabilità di una politica industriale e il compito di promuovere indirizzi e di individuare le risorse vere per fronteggiare la crisi e sostenere lo sviluppo. Non convincono altre proposte: l’idea dell’assessore Giovanetti di convocare un incontro a Perugia poteva andare bene qualche anno fa, quando inascoltati dicevamo che per la Merloni si stava configurando una crisi letale. Molti non si sono accorti che l’anno di commissariamento di questa azienda non ha sortito alcun effetto e ha miseramente fallito: i tre commissari per gli stessi effetti della Legge Marzano avevano il compito immediato e principale di varare un nuovo Piano industriale di riorganizzazione complessiva dell’azienda e non solo quello, in seconda battuta, di trovare potenziali acquirenti sul mercato. Nel primo caso non c’è stato alcun tentativo reale di procedere alla concretizzazione di questo impegno, peraltro formale: il governo non ci ha messo un euro e, nel frattempo, assente completamente anche una parvenza di politica industriale, ha deciso di abbandonare al proprio destino l’intero settore manifatturiero. Non vorremmo che si aggiungesse a questo danno, lo scorno di ulteriori ritardi nella considerazione di questa vertenza, nella ratifica dell’Accordo di Programma entro questo mese, nello stanziamento delle risorse necessarie al pieno dispiegamento dei suoi strumenti sul territorio. A Roma ci si va per questo, uniti come Istituzioni, politica, forze economiche e sociali di Umbria e di Marche.
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