di Amerigo Rivieccio (da
www.dazebao.org)
ROMA - Dagli Stati Uniti, dove si è recato per partecipare al salone internazionale dell’auto di Detroit, Sergio Marchionne, ad di Fiat, ha calato la pietra tombale sul futuro dello stabilimento siciliano della Fiat. Non ci sarebbe infatti spazio per lo stabilimento di Termini Imerese nei progetti futuri di Fiat. La casa torinese produrrà le 500 destinate al mercato nord americano in Messico, e ciò non avrà, assicura l’ex titolare della task force nominata da Obama per seguire il processo di ristrutturazione di Chrysler, Steven Rattner, alcuna ripercussione sui livelli occupazionali italiani.
Fiat ha avviato inoltre trattative per la produzione di auto a marchio Jeep per il mercato cinese, che nel 2009 è divenuto il più grande del mondo con circa 13 milioni di auto vendute contro le circa 10,4 degli USA.
Per la produzione in Italia Marchionne ha ribadito l’impegno di portare la Panda a Pomigliano d’Arco, seppur specificando che si tratta, per Fiat, di un grosso impegno che “razionalmente, dal punto di vista economico non farebbe nessuno”, mentre per Termini Marchionne invita i sindacati “a rendersi conto dell'equilibrio necessario fra domanda e offerta. Nessuno puo' ignorare la realtà".
Come è ovvio non sono mancate le reazioni dei lavoratori di Termini che hanno risposto, già in mattinata, con scioperi spontanei che hanno coinvolto alcune squadre di operai che hanno interrotto il lavoro dalle 7.30 alle 8.30 e poi dalle 9.30 alle 10.30.
Forti le reazioni anche dai sindacati con la Uilm che proporrà a Fim e Fiom due ore di sciopero di tutti i lavoratori del gruppo Fiat entro gennaio a sostegno della vertenza che riguarda lo stabilimento di Termini Imerese, mentre il segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici, Giovanni Centrella, invita Fiat a “produrre piu' auto in Italia invece che all'estero, solo cosi' si potranno salvaguardare gli stabilimenti italiani e tutelare l'occupazione" aggiungendo poi 'Termini Imerese non deve chiudere: domani 13 gennaio l'Ugl Metalmeccanici scioperera' a Termini Imerese e la segreteria nazionale che si riunisce il giorno dopo decidera".
E da Napoli, durante un incontro con i lavoratori campani il leader della Cgil, Guglielmo Epifani ha confermato l’impegno della CGIL 'Continueremo a batterci, abbiamo tavoli di confronto anche a Roma per dare a Termini Imerese la prospettiva che deve avere nel settore dell'auto, perche' non c'e' nessun'altra attivita' che puo' dare lavoro, in un'area dove non c'e' altro. Se quella prospettiva dovesse finire, non ci sarebbe davvero che disperazione e disoccupazione. Una cosa che non possiamo accettare "Marchionne a Detroit ha ribadito la chiusura di Termini Imerese ma fino a qualche anno fa aveva opinione diversa. Noi continueremo a batterci".
In riferimento alle questioni sollevate dai lavoratori precari di Fiat Handling, per 38 dei quali non e' stato rinnovato il contratto già a dicembre, per Epifani "hanno posto un problema giusto, cioe' che si faccia di tutto per risolvere anche la loro vicenda. C'e' una rigidita' di Fiat che non si giustifica, perche' siamo pronti a soluzioni che tengano conto anche dei problemi che l'azienda ha. Non possiamo non solo abbandonare questi lavoratori, ma anche disperdere tutto quello che hanno fatto, formazione, lavoro. Su questo punto l’impegno della Cgil e' totale".
E’ intanto previsto, per domani, uno sciopero di otto ore promosso dai sindacati in difesa della fabbrica siciliana. In programma anche una manifestazione davanti a Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea Regionale.
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