PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
CIRCOLO “Peppino IMPASTATO” – ASSISI
Chi è che sa che ogni volta che beve acqua dal rubinetto, ingerisce liquido contaminato da almeno 5 microgrammi di tetracloroetilene (pce)?
Ad Assisi succede anche questo, in barba alla gente ed a una minima, decente informazione dovuta.
A Torchiagina esiste una risorsa d'acqua che serve un terzo dell'acquedotto del perugino, sino ad Umbertide e al lago Trasimeno, con una portata di 300 litri al secondo: questa risorsa è contaminata.
A seguito delle consuete attività di monitoraggio dei pozzi effettuate dall' ARPA Umbria (Agenzia Regionale per l'Ambiente), negli ultimi mesi del 2009, è stata riscontrata una pericolosa concentrazione di solventi clorurati (servono in genere per pulire i motori delle auto).
Questo tetracloroetilene ha reso inutilizzabili i pozzi privati ricadenti in quell'area e vi è una evoluzione anche per l'acqua dei pozzi dell'acquedotto di Petrignano.
Quest'area era già inquinata dai nitrati ormai da anni, tanto da essere dichiarata, nel piano di tutela delle acque (PTA), zona vulnerabile ai nitrati e per renderla usufruibile bisognava potabilizzarla.
Ci dicono che, le quantità che rendono imbevibile l'acqua, del famigerato e impronunciabile tetracloroetilene, debbano superare i 10 microgrammi e in questo caso nell'acquedotto suddetto, sono solo 5, questo secondo loro dovrebbe farci vivere tranquilli.
Dimenticavamo che in uno dei pozzi monitorati dell'area inquinata, il livello di PCE riscontrato era pari, sentite un pò, a 1250 microgrammi/litro!!
Questo comincia a far crollare la nostra fiducia nel controllo e nella futura qualità dell'acqua che non potrà che peggiorare.
Ci vogliono azioni decise, importanti per mettere in sicurezza il campo pozzi per impedire il cammino dell'inquinamento. Infatti bisognerà bonificare la sorgente causa dell'inquinamento nel sito di Torchiagina, ammesso che il controllo degli organismi deputati riesca a trovare il colpevole di tutto questo, altrimenti, secondo l'art. 250 del Dlgs. n.152/2006, il risanamento deve essere effettuato dal comune territorialmente competente.
Questa è la triste storia, e noi la raccontiamo non per colpevolizzare qualcuno in particolare, ma per stigmatizzare quante cose ormai insopportabili succedono in questa nostra città!
Soprattutto indispone il fatto che di un evento cosi grave ed eclatante non sia stata informata la cittadinanza, come se far sapere quanto succede possa mettere in discussione l'equilibrio ed il feeling esistente tra l'amministrazione e la città stessa; ma fare ciò con questi metodi ha una definizione ben precisa: disinformazione.
Come si può ben capire ed è chiaro, si è superato ogni limite e non solo nel senso dei parametri di inquinamento.
Ci verrebbe da proporre azioni estreme, come il rifiuto di pagare la tariffa per il consumo delle acque, oppure di chiamare a responsabilità i colpevoli di quanto succede, ma non è nostra intenzione creare allarmismo, comunque sicuramente seguiremo con attenzione lo sviluppo di questa terribile vicenda.
Ed invitiamo i cittadini di Assisi a fare altrettanto!
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