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PERUGIA - Il 2010 sara' ''l'anno della disoccupazione'' che seguira' un periodo ''cupo'', in cui e' cresciuto il numero di aziende in crisi e, quindi, di lavoratori coinvolti dalle difficolta'. E' il quadro delineato oggi dal segretario regionale della Cgil Umbria, Manlio Mariotti, sulla base di dati elaborati dall'osservatorio Cgil. Una situazione delineata in una conferenza stampa che si e' svolta a Perugia. Mariotti ha spiegato che i dati dell'osservatorio ''pur non avendo alcuna pretesa scientifica danno il senso dei confini di una crisi profonda''. In Umbria, negli ultimi tre mesi del 2009, le aziende in sofferenza - e' stato detto - sono passate da 231 a 235 e il numero di dipendenti coinvolti da 10.620 a 12.334. ''E' il segno - ha sostenuto il segretario della Cgil - che a entrare in crisi sono ora anche le aziende di dimensioni piu' grandi''. ''Preoccupanti'' sono state definite anche le cifre sulla cassa integrazione e sulla mobilita' che, sempre nell'ultimo trimestre, sono tutte di segno positivo: +939 quella ordinaria (ha riguardato 7.053 lavoratori a dicembre), + 712 la straordinaria (2.934), + 33 per mobilita' e licenziamento (1.170), +71 per la cassa integrazione in deroga con accordi aziendali (705), +17 contratti di solidarieta'' (291), + 1.924 per la cassa integrazione in deroga con accordi in Regione Umbria (8.000). Nel confronto fra le due province, Terni - in base ai dati elaborati dal sindacato - sembra andare meglio di Perugia e nel trimestre vede diminuire il numero di aziende in crisi, meno nove su un complessivo di 101, e di conseguenza di dipendenti coinvolti, -33. Nella provincia di Perugia le aziende in crisi risultano 134. Nel 2009 sono state consumate dieci milioni di ore di cassa integrazione, il tasso di disoccupazione e' passato dal 4.3 per cento della fine 2008 a 6.8-6.9 per cento del 2009. ''Che significa - ha sottolineato Mariotti - un salto indietro di otto anni. Il numero dei disoccupati e' fra i piu' alti del Paese arrivando a toccare quota 26 mila. Nel solo settore manifatturiero sono stati persi 15 mila posti di lavoro, un sesto dell'intero comparto. La crisi, infine, si e' mangiata 200 milioni di euro fra salario e reddito''. Mariotti ha detto di prevedere una ripresa, ''lenta, incerta, debole, senza occupazione, meno qualificata e tutelata''. I settori piu' in crisi sono il meccanico, le costruzioni e il legno, gli elettrodomestici, la grafica e cartotecnica, il tessile. Tiene l'agroalimentare. La Merloni resta - per il sindacalista - ''il cuore e l'emblema della crisi, da cui ripartire''. Sul piano regionale, la valutazione sull'operato della Giunta umbra e' stato definito ''sostanzialmente positivo per i provvedimenti specifici contro la crisi'', anche se ''resta troppa burocratizzazione''. Per Mariotti l''Umbria e'' una regione ''brava a conservare, ma poco a cambiare''. ''Servono - ha aggiunto - politiche industriali e del lavoro indirizzate ad accelerare gli investimenti in innovazione, ricerca, formazione e tecnologia''. Agli imprenditori il segretario chiede ''un patto contro la crisi'' e al sistema del credito di ''spezzare l'atteggiamento prociclico, volto ad accompagnare la crisi''. Mariotti ha infine sottolineato che la Cgil si presentera' ''in salute e con 123 mila iscritti'' al prossimo congresso regionale, l'undicesimo. Condividi