PERUGIA - Approvato a maggioranza dal Consiglio regionale dell'Umbria il testo di legge che disciplina i lavori pubblici e le norme in materia di regolarita' contributiva per i lavori pubblici', che dopo 24 anni innova le procedure di assegnazione degli appalti. Tra le novita' introdotte l'obbligo di presentare il Durc, di separare il costo della manodopera e della sicurezza da quello complessivo dell'intervento, di calcolare la 'congruita' della incidenza della manodopera', introdurre piu' trasparenza e piu' informazioni sui singoli appalti, consentire la tracciabilita' di tutti i pagamenti per ogni singolo intervento, prevedere piu' controlli e la presenza costante della direzione dei lavori sui cantieri oggetto di riduzioni anomale. "Una legge destinata a dare piu' tranquillita' alle buone imprese, salvaguardandole dal rischio di essere scavalcate, nella corsa al ribasso dei costi", per il relatore di maggioranza Franco Tomassoni (Pd) che da presidente della II Commissione ha ricordato l'importante lavoro di raccordo con la commissione antimafia e le conseguenti soluzioni adottate. Una norma, "positiva in alcune parti, ma ancora arida e difficile da applicare per gli eccessivi strumenti operativi e di salvaguardia previsti dal testo" per Armando Fronduti (FI-Pdl) relatore di minoranza e vice presidente della II Commissione che ha esaminato. Per la Giunta, ha ricordato l'assessore Silvano Rometti, la legge soddisfa piu' di un obiettivo, "innalzando i livelli qualitativi e di sicurezza degli appalti e dei lavori pubblici in Umbria, garantendo l'adeguamento al rischio sismico e la sicurezza sul lavoro". I 42 articoli del disegno di legge, predisposto dalla Giunta, sono finalizzati a garantire in Umbria una miglior qualita' dei lavori pubblici, con particolare riferimento: ad una buona progettazione, alla economicita' ed alla correttezza delle procedure di appalto, al rispetto dei tempi di esecuzione; all'utilizzo di fonti rinnovabili e di materiali idonei, fino ad assicurare la massima fruibilita' dell'ambiente edificato e non, attraverso l'eliminazione e la non realizzazione di barriere architettoniche. Altro obiettivo qualificante e' la tutela della salute dei lavoratori, da perseguire con il rispetto degli obblighi assicurativi, previdenziali e contributivi da parte delle imprese; con la estensione del Documento unico di regolarita' contributiva (Durc) ai cantieri pubblici e con la valutazione oggettiva della 'congruita' della incidenza della manodopera', impiegata per realizzare singole opere pubbliche, al fine di evitare ogni forma di lavoro in nero. Novita' riguardano la percentuale minima dell'otto per cento dei finanziamenti pubblici, da destinare annualmente sugli edifici strategici per adeguamenti sismici e sicurezza, di un cinque per cento ai lavori di somma urgenza e la revisione annuale del listino dei prezzi. Un organo super partes con compiti consultivi, il Comitato tecnico amministrativo dei lavori pubblici, composto da undici membri, dovra' garantire una miglior qualita' della progettazione e fare da supporto alle amministrazioni aggiudicatrici dei lavori pubblici, esprimendosi sui progetti di maggior complessita' e rilevanza, sulle perizie suppletive e di variante, compreso lo svincolo dei ribassi d'asta per i lavori aggiudicati con riduzioni di costo particolarmente anomale, ed in questi cantieri e' stata prevista la presenza assidua dell'ufficio di direzione dei lavori. Alcuni dati elaborati dal Servizio Analisi e istruttoria documentale di palazzo Cesaroni dicono che nel 2007 i lavori appaltati sono stati 757, per un importo di poco superiore ai 159milioni di euro, con i maggiori importi nei settori: strade, percorsi meccanizzati, parcheggi e verde pubblico, seguiti dalla edilizia scolastica. L'incidenza dei costi della sicurezza e' stata mediamente del 6,3 per cento, contro il 4,6 dei due anni precedenti. Per la maggior parte delle aggiudicazioni, 66-67 per cento, si e' ricorsi alla Procedura aperta sia per la progettazione che per la realizzazione. Alle imprese umbre sono andati 110 appalti, il 60,1 per cento, per un importo complessivo di 68milioni e 528mila euro. Al secondo posto le imprese della Campania con 26 appalti seguite da quelle del Lazio con 22. Condividi