di Nicola Bossi, Fabriano
È partita a Fabriano la fiaccolata degli operai della Antonio Merloni che da due anni vivono nella totale incertezza riguardo al mantenimento del posto di lavoro dopo il commissariamento dell’azienda. Il corteo è stato organizzato da Cgil, Cisl e Uil e sono oltre 700 gli operai giunti anche dal resto della provincia di Ancona, da Gualdo Tadino e Nocera e dall’Emilia Romagna. È presente il gonfalone della Regione Marche, per l’Umbria i sindaci di Gualdo e Nocera (Morroni e Tini) e come rappresentante della Provincia di Perugia Aviano Rossi insieme all’assessore Feligioni.
Gli operai stanno accendendo una luce che simboleggia la speranza di un accordo immediato a livello nazionale per reperire risorse in grado di rilanciare non solo la Merloni ma l’intera economia delle aree che un tempo ospitavano 4500 operai più centinaia di aziende dell’indotto. Il lungo serpentone sta per arrivare al centro storico di Fabriano, dove sarà accolto dal sindaco. Sono molte le persone, cittadini e lavoratori di altri settori, che si sono uniti al corteo consapevoli che la chiusura della Merloni vorrebbe dire anche, in prospettiva, la chiusura di altre aziende, di cooperative e persino delle attività legate alla distribuzione.
Da due anni i dipendenti della Merloni vivono con meno di 700 euro al mese. Una cifra totalmente insufficiente per arrivare alla fine del mese e per non avere problemi a pagare mutui e finanziamenti intrapresi per l’acquisto della prima casa. La fiaccolata vuole far stringere i tempi al governo per l’approvazione dell’accordo di programma che vale, tra sgravi fiscali e risorse liquide, qualcosa come 50 milioni di euro. L’accordo di programma è fondamentale anche per attirare nuovi imprenditori e riconvertire i territori di Umbria, Marche e Emilia a nuovi settori dell’economia.
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