Il sindaco Boccali ha inviato, come aveva anticipato nei giorni scorsi, una lettera al suo collega della città gemella di Seattle, Mike McGinn. Questo il testo integrale. “La notizia che si è deciso di sospendere, per il momento, la intitolazione di un parco di Seattle a Perugia è stata appresa in città con rammarico. Non solo e non tanto per il fatto in sé, ma soprattutto per i motivi che sarebbero stati addotti, leggendo le fonti giornalistiche, ovvero una più o meno diffusa ostilità verso Perugia per la condanna di Amanda Knox, cittadina di Seattle, giudicata colpevole dell’omicidio Kercher. Perugia e Seattle sono città gemelle dal 1992, le nostre comunità sono amiche, nel corso degli anni ci siamo scambiati molti segnali di reciproca vicinanza. L’ultimo, in ordine di tempo, è Sister Orca, che tutti i giorni alle migliaia di perugini e visitatori che prendono il mini metrò ricorda un augurio di pace nella cultura dei Nativi Americani. La vicenda Knox è una vicenda esclusivamente giudiziaria, e l’amministrazione della giustizia in Italia compete allo Stato, non alle città. Le relazioni tra le comunità di Perugia e Seattle non c’entrano nulla, né devono entrarci in alcun modo. Ho letto, del resto, anche alcune opinioni di cittadini di Seattle che la pensano alla stessa maniera, ed ho ricevuto una lettera del presidente del Comitato di gemellaggio Perugia-Seattle, Mike James, che svolge analoghe considerazioni. E’ stato avanzato il sospetto che nella condanna di Amanda Knox abbia avuto un qualche ruolo una corrente di antiamericanismo diffusasi in città. E’ assolutamente falso: non ho visto né ora né mai nessun antiamericanismo a Perugia, dove vivono, lavorano, studiano tanti cittadini americani. Dove ogni anno arrivano tanti turisti americani. Dove si esibiscono ogni anno tanti artisti americani, soprattutto musicisti jazz. Li consideriamo amici. Sono i benvenuti nella nostra città. Non credo dunque che i giudici possano essere stati influenzati da un fenomeno che non esiste. Né credo che abbiano emesso la sentenza condizionati da null’altro, se non dagli atti del processo. Si possono esprimere naturalmente opinioni sulla sentenza, e sono comprensibili il dolore e la contrarietà dei familiari, amici e semplici cittadini di Seattle per la condanna di una ragazza poco più che ventenne. Si deve allo stesso tempo rispetto per il lavoro di un Tribunale di un Paese civile e democratico. In ogni caso, non è comprensibile coinvolgere la comunità perugina, che di tutta la vicenda è stata vittima, naturalmente dopo Meredith Kercher. Perugia è stata gravemente colpita da quell’evento luttuoso, che ha scosso profondamente la città. Ne ha riportato anche un grave danno di immagine, perché per molto tempo, prima che equilibrio e buon senso riprendessero il sopravvento, è stata identificata dai media con quell’episodio. Certamente non vorremmo essere penalizzati adesso dalla freddezza dei rapporti con la nostra città gemella americana. Per quanto ci riguarda, sono immutati i sentimenti di amicizia nei confronti di Seattle. Speriamo che nulla cambi anche per i cittadini di Seattle. Le propongo di trovare insieme il modo per rinsaldare il gemellaggio tra le nostre due città, nella scia di un rapporto che dura da così lungo tempo, e di verificare la possibilità di un incontro tra Perugia e Seattle. Intanto, accetti i miei più cordiali saluti”. Condividi