di Nicola Bossi
In due prendono la parola nel consiglio comunale aperto a Gualdo Tadino sulla Merloni - 1200 persone in cassa integrazione. Sono operai: parlano della della paura di non sapere più se quella sarà la loro fabbrica in futuro e se questa terra sarà la sede della loro futura casa. La Merloni di Gaifana che faceva frigoriferi non la vuole più nessuna. Troppi debiti, troppi errori in passata da parte dell'azienda per essere apetibile. Certo, si continua a sperare mai bandi dei commissari restano carta. Fa gola lo stabilimento delle bombole di Costacciaro e il centro dell'Emilia Romagna. Per il resto l'industria del bianco rischia di andare per sempre in bianco.
"Eppure bisogna continuare a produrre, almeno per adesso": è questa la parola chiave che nel consiglio comunale gli operai - finalmente numerosi - ripetono. "Magari anche solo 100 frigoriferi al mese": afferma qualcuno delle tute blu. Perchè? La Legge Marzano finchè resta in vita garantisce almeno quei 700 euro al mese di cassa. Pochi, pochissimi, ma servono per dire alla società che si è ancora co-pratogonisti. Se fallisce la Merloni in 1200 andranno definitivamente in mobilità. L'antecamera della disperazione.
Il sindaco di Gualdo Tadino Roberto Morroni garantisce che "il futuro è nelle mani degli operai ora" che "bisogna creare un nuovo tessuto sociale" e che "nessuno sarà abbondanato dal Comune e dalle istituzioni". Tra Gualdo Tadino, Nocera Umbra, la fascia appenninica si spera in due cose soltanto: una piccola Merloni con 200-300 operai a fare frigoriferi e una sorta di zona franca per portare sotto la montagna nuovi imprenditori per nuove imprese. I tempi saranno lunghi. E la speranza si fa sempre più breve.
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