Lui, seduto ad un tavolino del Caffè di Perugia senza nessuno accanto, si dice convinto che le primarie si faranno. “L’epoca in cui in quattro o in cinque si chiudevano in una stanza scegliendo chi candidare è chiusa, fi-ni-ta” scandisce l’ex tesoriere nazionale del Pd Mauro Agostini. Quell’Agostini che per ora, insieme al presidente uscente Lorenzetti (la cui candidatura però è stata oggetto di ricorso da parte dei franceschiniani ed è ora sub iudice) è l’unico ad essersi iscritto ad una corsa che non è chiaro se ci sarà o meno: “Sono stato – dice Agostini – un buon velocista da giovane”. Il fatto però è che non potrebbe bastare perché tutto intorno a lui i maggiorenti del Pd umbro sembrano voler chiudere un accordo in tempi brevi (si fa per dire) evitando il ricorso alle primarie. Dando così ad Agostini l’aria dell’ultimo giapponese nella giungla.
Stramaccioni con una nota lo ha “scaricato” (in verità però Agostini ha sempre tenuto a specificare che la sua non era una candidatura espressione dell’area Franceschini), nell’entourage di Bocci si sostiene che un accordo verrà chiuso nelle prossime 48 ore (complice la riunione della segreteria regionale di domani), i mariniani vogliono un accordo mentre qualcuno (vedi l’Udc romana) ventila pure l’ipotesi Bottini. Insomma, intorno ad Agostini è tutto un ricercare l’accordo. Ma lui va avanti lo stesso e non ci pensa neanche a fare un passo indietro: “Ho fatto questo passo – dice – perché credo che intorno a me possa esserci una larga convergenza unitaria”. Di discontinuità invece non vuol sentir parlare. Lui non si sente come l’alternativa radicale al lorenzettismo: “La discontinuità vera ora sono i problemi posti dalla crisi economica, e all’interno di questa crisi c’è bisogno di una nuova visione dell’Umbria”.
Agostini passa poi a spiegare perché lui crede di essere il candidato ideale a guidare questa nuova fase. “Vista la mia esperienza concentrata su economia, finanza e lavoro, io credo, in questa stagione della mia vita, di poter dare un contributo a questa regione”. E a proposito l’ex tesoriere sta elaborando un ampio programma da presentare “alle forze economiche, produttive e sindacali della regione”. Agostini poi lancia un appello “all'area cosiddetta bersaniana, dalla quale credo possa venire un contributo importante su come aprire in Umbria una nuova stagione del riformismo, e alla componente di Marino con cui ho grande affinità soprattutto sui temi dell'apertura del partito. All'area con cui ho militato durante il congresso invece ho detto che siamo dopo il congresso, che non si possono riprodurne le dinamiche”.
Un diplomatico no comment arriva invece sull’affaire del ricorso presentato da Area democratica contro la Lorenzetti: “Io sono un giocatore e non un arbitro. Mi rimetto completamente a quello che decideranno gli organismi di garanzia. Io, comunque, le primarie le avrei fatte con tutti ma non contro qualcuno. Anche perché sono strumento di selezione e non un regolamento di conti. I cittadini hanno diritto a dire la loro. Io sono sereno, e non vedo perché si debba avere paura di questo strumento”. Anche se Agostini non commenta però fa capire benissimo come la pensa sul Lorenzetti Ter quando sostiene che “il regolamento – che impone al massimo due mandati – va pienamente rispettato”.
IL PROGRAMMA, LA COALIZIONE E LA GRANA IDV Quanto all’aspetto programmatico, Agostini accenna a qualche punto e crede che “per affrontare la crisi ci sia bisogno anche di investire molto sull’internazionalizzazione dell’apparato produttivo, di un sostegno al turismo riprendendo lo slogan ‘Umbria cuore verde d’Italia’ e di una concertazione più competitiva. Alla fine poi credo che ci sia bisogno di più politica, intesa come una maggiore qualità del dibattito pubblico e al contempo di meno politica. Quest’ultima, cioè, deve ritirarsi da ambiti che non le appartengono”.
Sui capitoli relativi a coalizione e alleanze Agostini è abbastanza vago limitandosi, quanto alla prima, ad auspicare che sia “la più ampia possibile, che comprenda sia la parte tradizionale sia i nuovi soggetti”. Quanto poi alle critiche scagliate contro il Pd da parte del garante umbro dell’Idv Leoluca Orlando, che ha sospeso il confronto sulla costruzione di un'alleanza per la "mancanza di rispetto", gli "atteggiamenti di sufficienza" di alcuni esponenti nazionali e l’approvazione di una legge elettorale a parere loro a tutto favore della “casta”, Agostini sostiene che “serve un’interlocuzione immediata con il partito di Di Pietro. Credo che portino argomenti importanti e che un rapporto vada recuperato”. A ripensare a come sono finite le trattative per le comunali di Perugia, dove un giorno sì e l’altro pure gli italvaloristi si alzavano dal tavolo minacciando di scagliare tutte e sette le piaghe d’Egitto insieme, ci sarà da divertirsi.
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