Seduto sulla riva del fiume, il Pd aspetta paziente. E valuta, esplora , pondera. Tanto. Pure troppo. E intorno a lui tutto scorre inesorabile. E così accade che una Bonino prenda la palla al balzo. Un Di Pietro valuti altre sponde. Un Vendola guadagni consensi. E un Ferrero cavalchi la cresta dell’onda del cosiddetto “pasticciaccio” delleegionali. Non fa nulla. Perché intanto il Pd continua a riflettere, esplorare, ponderare. Sempre seduto sulla riva del solito fiume.
Ferrero, a proposito di alleanze, lei parla di un Pd subalterno all’Udc. Non è un tantino severo?
Non metto in discussione che il Pd lavori per allargare le alleanze. L’incredibile è che mentre l’Udc tergiversa, il Pd aspetta che l’Udc decida senza dare alcun rilievo al piano programmatico. Il nodo dei contenuti non sussiste nella discussione. Credo che questo si chiami “andare a rimorchio”.
Tra l’altro questi tentennamenti aprono la strada a “terzi”. Come è accaduto nel Lazio con la Bonino.
Sì, ma l’aspetto più incredibile è che in nome dell’accordo con l’Udc si decida di sacrificare Vendola in Puglia. Nichi ne ha combinate di tutti i colori, ma è indubbio che la sua è una delle migliori esperienze di governo del centrosinistra. L’idea che venga sacrificato perché a Casini non va bene, è sintomo di subalternità.
Lei ha aperto a Sinistra e Libertà a Idv. Ha avuto risposte finora?
Se la forza più grande di opposizione non fa il suo mestiere, bisogna che qualcuno faccia da pungolo. Ci siamo già sentiti con Sinistra e Libertà.
E con Di Pietro?
Nei prossimi due giorni vedremo concretizzarsi qualcosa d’interessante.
Su Di Pietro si può dire di tutto, tranne che comunista. Poco Male.
Nel Lazio con l’Italia dei Valori c’è una battaglia comune sui contenuti che procede molto bene. Il fine è di evitare che quei meccanismi legati alle relazioni politiche a prescindere dai contenuti, vadano avanti. A SL invece proponiamo di costruire un’alleanza più forte e liste comuni.
Ma fino a ieri non correva buon sangue tra voi.
La vicenda pugliese ha fatto chiarezza, e l’ipotesi di Sl (ossia di una sinistra contigua al Pd e contrapposta alla sinistra radicale) è crollata. Il Pd non accetta di avere alla sua sinistra forze che pesino politicamente. La vicenda pugliese dimostra che la nostra strada, quella di una Federazione della Sinistra, è l’unica per una sinistra di alternativa.
Si può parlare di un fronte anti-Pd?
No, il fronte è contro la destra.
In vista delle regionali, dunque il Prc come si colloca?
Lavoriamo per costruire alleanze col centrosinistra ove non vi siano problemi morali, e ricercando una convergenza sul programma. Nel giro di 15 giorni vedremo come questo si concretizzerà.
Dunque quel “mai più col Pd” pronunciato tempo fa, è superato?
No, distinguo nettamente i governi locali dal governo nazionale, dove non è possibile ipotizzare un futuro insieme.
Prima del caso Tartaglia, Casini propose un fronte anti-Berlusconi. Poi, cosa accadde?
È partito l’inciucio. Questa strada imboccata dal Pd è sbagliatissima. Il problema politico è la costruzione dell’opposizione a Berlusconi: invito il Pd e l’Udc a costruire un fronte insieme, senza più inciuci.
A dicembre lei ha detto:”a questo punto sono pronto ad allearmi anche col Diavolo”. Vale la pena?
Il problema è che Berlusconi è pericoloso per la democrazia. E se cambia la Costituzione avremo un’Italia meno democratica. Per difendere il quadro democratico e costituzionale sono pronto ad allearmi anche col diavolo. Così come i comunisti nel ‘43 si allearono anche con i monarchici contro i fascisti.
Cosa si propone la vostra Federazione della Sinistra?
Il modo per ricostruire la sinistra è tornare alle questioni sociali, alle lotte per il lavoro, una sinistra che sia autonoma dal Pd, e che riconosca la sua pluralità, mettendosi insieme come Federazione, non come partito.
Questioni sociali, lavoro, pluralità… SOno le stesse parole-chiave che portarono Bersani alla segreteria del Pd.
La differenza è tra chi fa le cose, e chi le cose le dice e basta.
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