Approderà i primi giorni di febbraio in consiglio regionale il Piano sociale 2010-2012, elaborato dalla Giunta regionale dell'Umbria e presto al vaglio della Terza Commissione consiliare. All'incontro di questa mattina hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni, del terzo settore, del volontariato, delle Aziende sanitarie locali, dei sindacati e degli ambiti territoriali. Sono intervenuti per esprimere le proprie valutazioni i delegati dell'Associazione delle famiglie numerose, della Cisl, dell'Associazione persone sorde, della Lega Coop e di Federsolidarietà. Tra gli aspetti al centro degli interventi ci sono i sostegni alle famiglie numerose in termini di rette, tariffe e addizionali e l'esigenza di nuovi parametri che sostituiscano l'Isee e tengano maggiormente conto della situazione dei nuclei familiari più numerosi. Al vaglio le misure per agevolare la comunicazione dei cittadini sordi che si recano negli ospedali e nelle strutture sanitarie regionali, l'attivazione di progetti concreti in favore delle famiglie, l'esigenza di interventi sociali rivolti all'inclusività, non strutturati in termini risarcitori e non burocratizzati, la definizione dei livelli di compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria in base a criteri di equità, giustizia e trasparenza. Il nuovo Piano sociale introduce i cosiddetti 'Liveas regionali', i livelli essenziali di carattere sociale verso cui indirizzare le risorse disponibili universalizzando il sistema degli interventi. Ciò comporterà una omogeneizzazione su tutto il territorio delle misure di contrasto della povertà e di sostegno al reddito, delle misure economiche per favorire la vita autonoma di persone totalmente dipendenti, degli interventi di sostegno per i minori in situazione di disagio e molto altro ancora. Con la nuova legge regionale i Comuni potranno attivare sinergie per mettere a sistema le risorse stanziate nei singoli bilanci per la costruzione di una rete strutturata dei servizi. La gestione associata dei servizi sociali si svilupperà attraverso una nuova strutturazione delle 12 'Zone sociali' inserite nella riforma endoregionale. Questo porterà verso un nuovo modello di governance in cui la Regione avrà un ruolo più deciso nel programmare su scala regionale e controllare che a livello locale si segua la stessa linea. Le risorse destinate al sociale non saranno più gestite dai singoli Comuni in maniera frammentata, ma confluiranno nel pacchetto dei fondi destinati ad ogni singola zona per una programmazione collettiva. Tenuto conto delle diverse esigenze in ciascun ambito territoriale si erogheranno alcune prestazioni. Ad esempio: Uffici di Cittadinanza per il cosiddetto welfare leggero, servizi di pronto intervento sociale per il welfare dell'emergenza, assistenza domiciliare per il welfare di supporto familiare, strutture residenziali e semiresidenziali come residenza servita, servizi residenziali per soggetti con disabilità grave senza rete familiare, comunità residenziale per minori, per il welfare residenziale e semiresidenziale, servizio di accoglienza diurna per il welfare comunitario. Il Piano prevede inoltre interventi mirati a sostegno delle famiglie a rischio povertà per le quali la Regione Umbria metterà a disposizione ingenti risorse aggiuntive: particolare attenzione sarà rivolta anche alle politiche sociali per le persone, quindi per l'infanzia, l'adolescenza, gli immigrati, le giovani generazioni, le dipendenze. Condividi