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Non sarà proprio come in Puglia dove, tra la “disfida di Barletta” tra Emiliano e Vendola e l’Udc che sceglie il candidato presidente (Boccia sì, Vendola nein), il Pd si trova veramente nel caos, ma anche qui i democrats umbri non si fanno mancare niente. Nel giro di neanche 24 ore anche la vicenda della scelta del candidato presidente per l’Umbria ha subito una brusca accelerata. Ieri sera infatti Maria Rita Lorenzetti, presidente uscente, ha deciso di scendere in campo contro Mauro Agostini per quelle primarie che al momento, però, sembrano più sulla carta che altro. Una mossa comunque in grado di scompaginare le carte tanto che la prevista riunione di segreteria di oggi pomeriggio è saltata ed è stata rimandata all’8 gennaio, consentendo così al partito altri due giorni di “riflessione” (http://www.umbrialeft.it/node/29158). Una mossa, inoltre, arrivata in risposta a quella dell’area Franceschini. A far scendere in campo la presidente infatti è stata la constatazione che oltre quelle 1700 firme sbandierate dall’ex tesoriere nazionale Agostini in suo sostegno ieri sera intorno alle 20, sul piatto ce ne erano altre per sostenere altri due altri candidati, tutti di area franceschiniana. I nomi? Quelli dell’ex sindaco di Spoleto Brunini e quello dell’onorevole Giampiero Bocci. E visto che il termine per candidarsi alle eventuali primarie scadeva ieri sera alle 20, se la presidente non avesse dato il via all’operazione “Lorenzetti per l’Umbria” a giocarsi l’eventuale partita sarebbero rimasti in tre. E buonanotte ai bersaniani. E così si è arrivati in fretta e in furia alla candidatura della Zarina di Foligno. All’interno del Pd stesso quella di Brunini era considerata come una candidatura di facciata: “Una candidatura civetta” hanno detto i democrats ad Umbrialeft (http://www.umbrialeft.it/node/29153) Le primarie, dunque, sono più sulla carta che altro perché nel corso del pomeriggio, a microfoni sia spenti che accesi, tutti si sono affrettati a rimarcare che un accordo è diventato improcrastinabile. Lo ha fatto il segretario provinciale Stramaccioni, secondo il quale “serve una nuova candidatura” rispetto a quelle in campo bocciando al contempo le primarie considerate “pura contrapposizione” (http://www.umbrialeft.it/node/29161). Lo ha fatto Valerio Marinelli, che ai taccuini di Umbrialeft ha affidato un accorato appello ai colleghi di partito affinché “si scelga un candidato condiviso”. Altrimenti “sarà la sconfitta di tutto il gruppo dirigente” (http://www.umbrialeft.it/node/29159). Lo hanno fatto, da ultimi, anche i bersaniani con una nota in cui, pur sottolineando che la presidente rappresenta la scelta migliore, non si chiude ad un possibile accordo: “Resta per intero – dicono - la disponibilità a confronti e accordi politici che consentano di individuare una candidatura unitaria e condivisa espressa senza pregiudiziali politiche di alcun tipo” (http://www.umbrialeft.it/node/29163). Per la verità all’interno dei bersaniani stessi (vedi qualche assessore di peso) si registra più di un dissenso sulla scelta della presidente. Rumors raccontano di una discreta incazzatura anche da parte del segretario Bottini. Davanti al Pd ora ci sono altri due giorni per capire come sciogliere il nodo. Venerdì pomeriggio infatti si riunirà la segreteria regionale. Special guest Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria nazionale del partito. L’uomo che più che imporre le scelte di Roma (dove il dossier umbro, viste le patate bollenti in regioni ben più importanti, non è ancora arrivato) dovrà fungere da garante di un largo accordo evitando che i veti incrociati producano quello che hanno prodotto fino ad oggi, ossia pochino. Difficilissimo a questo punto prevedere quello che può succedere. Franceschiniani e mariniani vogliono la testa della Lorenzetti e non sembrano disposti ad un terzo mandato con susseguente spartizione di assessorati. Altrettanto arduo immaginare un accordo intorno al nome della Lorenzetti o di Agostini. Non rimane che un terzo uomo (o donna) in grado di mettere d’accordo se non tutti almeno quasi tutti. Una figura alla quale per il momento non si riesce a dare un nome. Condividi