di Daniele Bovi
Choc. È questo lo stato d’animo all’interno del Pd umbro dopo il colpo di scena di ieri sera con l’entrata in campo della Lorenzetti e la scoperta (come scritto da Umbrialeft questa mattina) che le 1700 firme raccolte da Agostini servivano per candidare anche Giampiero Bocci e l’ex sindaco di Spoleto Brunini. “Quest’ultima – dicono quelli del Pd – era la candidatura civetta”. E per riprendersi dallo choc non basta qualche ora. Sicché la riunione della segreteria programmata per oggi pomeriggio è saltata ed è stata rinviata al pomeriggio dell’8. Insomma, il Pd umbro aspetta la Befana e guarderà se dentro la calza ci sarà il dolcetto (la mediazione su un terzo nome) oppure solo carbone (la giostra delle primarie con lo scontro all’arma bianca tra Agostini e Lorenzetti). Oltre alla segreteria è stata rinviata a data da destinarsi anche la commissione per le primarie che si doveva tenere sempre oggi pomeriggio.
In questo bailamme che ruolo giocherà Roma? Posto che l’affaire umbro ancora non è arrivato sul tavolo di Bersani (che ha le gatte pugliesi, laziali e campane da pelare) e dato per scontato che l’8 arriverà da Roma il coordinatore della segreteria nazionale Migliavacca, il ruolo di quest’ultimo dovrebbe essere quello del “facilitatore”. Visto che il vecchio centralismo democratico è morto e sepolto e con esso pure le decisioni imposte da Roma, Migliavacca dovrebbe fare la parte di quello che aiuta a trovare una soluzione unitaria. Il garante di una decisione condivisa che eviti il contrapporsi dei reciproci veti. Il problema, però, è capire intorno a chi si potrebbe coagulare questa benedetta intesa. Nessuno all’interno del Pd fa nomi. Per il momento più che un nome terzo sembra un Mister X.
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