PERUGIA – Sulla scelta del candidato Presidente della Regione si registra oggi l’intervento di Michele Greco che irrompe nel dibattito in corso nella sua veste di coordinatore della Rsu Perugina di recentissima nomina. Un intervento sicuramente interessante dal punto di vista politico, ma a nostro parere anche discutibile sul piano della forma, visto che Creco parla a nome dei dipendenti della Perugina, come rappresentante di un organismo del quale fanno parte esponenti di sindacati diversi nei quali militano lavoratori che fanno riferimento a partiti diversi. Sarebbero state sicuramente più opportune le sue considerazioni se espresse come semplice, sia pure autorevole, militante del Pd, evitando di tirare in ballo lavoratori che non gli hanno certo affidato nessuna delega di natura politica. Questo, ripetiamo, sul piano della forma, nulla da eccepire, invece, sulla sostanza del suo intervento che è naturalmente autorizzato ad esprimere. A questo riguardo, nella sua nota Greco sostiene che “La discussione di queste settimane, tutta interna al PD, lascia perplessi i lavoratori della Perugina”. “Si assiste ormai da tempo, e con un certo senso di rassegnazione e sconforto- continua poi -, al solito balletto delle candidature, fatto di veti contrapposti. I lavoratori della Perugina, dopo aver assistito a questo tira e molla tedioso e poco funzionale, chiedono di poter contribuire alla scelta del candidato alla presidenza della Regione sulla base di uno strumento democratico e partecipativo ampiamente utilizzato dal nostro Partito: le primarie. Questo è l'unico percorso per ritrovare un senso logico alle prossime elezioni regionali che si preannunciano più complicate del solito”. “Forse – considera infine – agli occhi di un politico navigato ed esperto quello che sta succedendo può sembrare normale, quasi dovuto, una sorta di liturgia funzionale ai futuri equilibri; ma agli occhi dei lavoratori, e dei cittadini in generale, questo rito risulta, oggi come non mai, incomprensibile e illogico. Le contrapposizioni sociali, le difficoltà economiche, la caduta delle categorie valoriali - tra cui la stessa Politica -, non lasciano spazi per le lotte intestine, non devono farci e farvi perdere tempo in tediosi tira e molla, che non fanno altro che creare larghi spazi di manovra e di consenso per i veri avversari politici. In varie regioni di Italia si è spettatori di una danza acrobatica di nomi e fazioni/mozioni che ci sta portando a ridosso delle elezioni senza sapere con certezza quale progetto politico i futuri candidati intendono perseguire per i prossimi 5 anni”. Condividi