di Nicola Bossi
Domani pomeriggio i rappresentanti della segreteria regionale del Partito Democratico si riuniranno per l'ennesima assemblea dove cercare di trovare una soluzione sul candidato a presidente della Regione per le elezioni di marzo. Oggi pomeriggio invece è stata la volta delle riunioni delle tre mozioni che stanno preparando le dovute strategie per raggiungere un compromesso. La parola d'ordine - già ribadita dal segreteria Lamberto Bottini - è di evitare qualsiasi rottura. Sia nei franceschiniani che nei bersaniani stanno crescendo dissensi verso le primarie che in Umbria hanno portato alle comunali spaccature tragiche finite poi con la vittoria del centrodestra (vedi Bastia e Orvieto).Non è un caso che l'area franceschiniana non ha appoggiato la discesa in campo pro-primarie del tesoriere nazionale del Pd Mauro Agostini.
In molti preferiscono un accordo fuori dalle urne. Due sole le ipotesi: accordo su voto dell'assemblea (con oltre i due terzi di voti a favore)per il terzo mandato al Governatore Lorenzetti con in cambio una futura giunta più filo-franceschiniani oppure trovare un nome che mette tutti d'accordo.
In attesa della decisione del Pd, resta il Pdl umbro che è spaccato come il partito avversario: una componente imprenditoriale che spinge per Gabriele Chiocci numero uno di Confapi e una prettamente politica che vuole invece una soluzione interna: il capogruppo di Pdl-Fi Fiammetta Modena, ma il sogno resta, in caso di bocciatura della Lorenzetti, ottenere la candidatura in estremis dell'imprenditrice Luisa Todini. Mentre l'Udc, per voce del coordinatore Maurizio Ronconi, al 99 per cento andrà da sola.
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