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Chitarra superstar nel cartellone di Umbria Jazz Winter. Ieri sera, al teatro Mancinelli, le prime note dei tre maestri delle sei corde che danno una forte impronta all'edizione appena cominciata. Sul palco Jim Hall, ancora non perfettamente rimessosi dopo i recenti fastidi alla schiena, Bill Frisell e John Scofield. Prima è toccato a ''Sco'', in duo con il tastierista Larry Goldings, poi al duo Hall Frisell, che è diventato quartetto con il contrabbassista Scott Colley ed il batterista Joey Baron. Ne è uscito un minifestival della chitarra contemporanea ai suoi livelli stellari. Hall, ancora, su tutti, con il suo mix di sapienza musicale e creatività: un artista onesto e integro, con un approccio serio e consapevole alla musica e una assoluta libertà da convenzioni formali e da schemi prefissati. Del resto, se tutti i suoi più giovani colleghi ammettono di dovergli qualcosa, lui si trova nella privilegiata situazione di non dover imitare nessuno se non se stesso. Frisell colpisce per il suo suono onirico, leggero fino a diventare etereo. Scofield si conferma il più ''solido'' del terzetto, chitarrista dalle radici r&b e con trascorsi giovanili soul e rock, perfezionati poi in una delle migliori band elettriche del Miles Davis degli anni '80. Delle tre diverse formule in cui si è articolato il concerto, il duo Hall-Frisell è stata la situazione più suggestiva, assorta, magnetica. Musica suonata a volume bassissimo, fatta di sfumature e di sofisticata ricerca timbrica. Quando il duo diventa quartetto forse si perde qualcosa di questo delicato intimismo, ma in più c'è la straordinaria maestria ritmica di Baron. Il duo Scofield-Goldings è più incline a percorre il versante soul, soprattutto quando Goldings suona l'Hammond. Si replica nei prossimi giorni, fino a domenica. Condividi