''La vicenda pugliese è lì a dimostrarlo: le primarie sono il modo migliore per scegliere i leader. E poi vorrei ricordare che sono nello statuto del nostro partito''. Lo afferma Arturo Parisi, in un'intervista al ''Il Fatto'' in cui chiede al segretario del Pd Pierluigi Bersani di chiarire la propria linea in proposito. Parisi ricorda che quelle del 2005 in Puglia, in cui si impose Nichi Vendola, ''sono state le prime vere primarie della nostra storia''. Il leader ulivista boccia però la richiesta di Emiliano di modificare la legge elettorale pugliese, trasformando l'ineleggibilità in incompatibilità: ''Non credo che le leggi ad personam non vadano bene a Roma ma in Puglia sì''. Parisi contesta la tesi secondo cui le primarie creano lacerazioni: ''Perché - osserva - le nomine d'autorità no? E in ogni caso questa argomentazione la può usare chiunque, ma non chi ha fatto tutto per rinviarle con l'obiettivo di renderle impossibili''. Alla domanda di cosa pensi della linea di Bersani in proposito, l'ex ministro risponde: ''Quale linea? Dico sul serio. Latorre avverte: 'Bisogna seguire la linea del segretario!'. Se ci dicesse anche di quale linea parla potremmo rispondergli. Basta che non ci risponda che è stata decisa dal Congresso. E' dall'inizio del Congresso che dico: tutti sanno che D'Alema sostiene Bersani. Ma nessuno sa cosa pensi Bersani della linea di D'Alema''. ''Un partito - conclude Parisi - può dire di avere una linea politica se ha una proposta utile per i cittadini. Non può banalmente limitarsi a chiedere di vincere. Deve innanzitutto dire cosa intende fare della vittoria''. Condividi