Gruppo consiliare Prc
Gianluca Graciolini
Questione ex-ospedale Calai. Sembra che l'Amministrazione comunale bifronte di Roberto Morroni e Sandra Monacelli abbia raccolto i nostri inviti a sollecitare la Regione dell'Umbria nella persona dell'assessore alla Sanità Maurizio Rosi. Chiedono l'istituzione di un Tavolo istituzionale per affrontare le problematiche legate all'urgenza della ridestinazione del Calai. Peccato che lo facciano in modo scomposto e sguaiato e lo facciano con un ritardo pauroso di sei mesi.
A detta di entrambi, infatti, questa questione doveva essere la priorità amministrativa da sciogliere entro i primi cento giorni di mandato. Ma si sa, c'era da festeggiare e si sono dimenticati completamente di una questione cruciale per il futuro della Città. Crediamo altresì che questo ritardo sia anche dovuto alla mancanza sostanziale di idee perseguibili presente in questa Giunta e probabilmente a qualche differenza non lieve di vedute tra i due maggiori dignitari.
Ad onor del vero, vogliamo anche ricordare che i Tavoli istituzionali, per loro stessa connotazione e natura, hanno una loro continuità e non si interrompono con le elezioni: tanto per dire che questo Tavolo con Regione ed ASL 1 (non 2 come recita il comunicato dei due) già c'era e non era mai stato sciolto, bastava solo riaprirlo da subito, all'insediamento stesso della nuova Giunta.
Non è andata così e l'accelerazione non c'è stata. E vogliamo ricordare che esiste un Protocollo di Intesa tra i tre soggetti che è posto a fondamento della discussione del Tavolo stesso. Ed anche questo Protocollo non è mai venuto meno se non in maniera rafforzativa rispetto ai servizi in essere (l'autorizzazione all'EASP per la Comunità Alloggio dei Disabili Adulti ne è testimonianza).
Le paturnie della Monacelli sulle ipotesi privatistiche servono solo a perdere tempo e a rinfrancare lo spirito e la verve polemica di qualche antico democristiano come Francesco Calai che vorrebbe riportare a cent'anni fa il sistema sanitario pubblico dell'Umbria e del nostro territorio quando la sanità era affidata alle mani caritatevoli e misericordiose di qualche mecenate locale, della Curia e degli Istituti di beneficenza e di carità. Magari con il tentativo neanche troppo nascosto di svincolare la destinazione dell'ex-ospedale secondo quanto prescritto dall'Atto di donazione e consentire la riappropriazione agli eredi attuali dell'originario complesso su cui negli anni si dimentica sempre e tendenziosamente che sono state spese ingenti risorse pubbliche.
Un'ultima considerazione: d'incanto in questi sei mesi che ci dividono dalle elezioni non si è più parlato di questo problema, se non grazie alle nostre continue sollecitazioni, come se non esistesse più e come se quella parte di Città, all'improvviso, non necessitasse più di attenzioni. Così come, sempre d'incanto, sono letteralmente scomparse le denunce che a più riprese venivano fatte in precedenza su più o meno presunte occupazioni dei locali del Calai, adibito a riparo di puzzolenti senzatetto o fatto oggetto di attenzioni di malintenzionati ladri e teppisti.
Saranno state le doti taumaturgiche di Morroni-Monacelli oppure è stato più semplicemente l'abbandono della polemica pretestuosa istigata dall'allora opposizione, una volta raggiunto il risultato della vittoria. Le luci di notte al Calai si sono spente con meraviglia di tutti, all'improvviso. Dubitiamo che esse si possano riaccendere per tutti i cittadini di Gualdo, di giorno e di notte, se questa Giunta continuerà a ciurlare nel manico.
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