MAGIONE - «Abbiamo votato a favore della proposta di istituire un registro delle dichiarazioni anticipate in materia di trattamento sanitario e testamento biologico perché riteniamo che sia compito della politica anche dare risposta ai problemi che riguardano la libertà di scelta delle persone, quali i trattamenti sanitari, affinché queste scelte vengano rispettate - dichiara il sindaco di Magione, Massimo Alunni Proietti in relazione all’approvazione avvenuta nel Consiglio Comunale dello scorso 14 dicembre di istituire un registro delle dichiarazioni anticipate in materia di trattamento sanitario e testamento biologico -. Un diritto che viene riconosciuto nell’articolo 32, comma 2, della Costituzione secondo cui la legge in nessun caso può violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana, cosicché neanche il Parlamento all’unanimità potrebbe imporre a qualcuno qualcosa che violi il rispetto della sua persona». La mozione, presentata dai consiglieri del gruppo Magione Democratica e Progressista, Lagetti Massimo e Montanelli Sauro, è stata votata dai consiglieri di maggioranza e dall’IdV. «Rispondere al diritto che deve avere un individuo, leso nella sua integrità psico-fisica, di essere curato nei termini in cui egli stesso desideri, spettando solo a lui decidere a quale terapia sottoporsi o quale rifiutare – prosegue il primo cittadino -, con l’affermazione che nessun medico sarebbe tenuto a rispettare questa volontà, come afferma l’opposizione, si contraddice profondamente con la dichiarata alleanza terapeutica tra medico e paziente perché, laddove questa alleanza dovesse esistere, sarebbe diritto del medico rispettare la volontà espressa dal proprio paziente in considerazione anche di quanto viene stabilito nell’articolo della Costituzione sopra citata e dell’articolo 1 della legge n.180 del 1978 in cui si afferma che “i trattamenti sanitari, qualora obbligatori, possono essere disposti solo nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione e che […] ogni individuo ha il diritto di rifiutare e non essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario, essendo questo diritto fondato sulla disponibilità del bene salute da parte del diretto interessato e sfocia nel suo consenso informato ad una determinata prestazione sanitaria”. Proprio in considerazione del fatto che non esiste nell’ordinamento italiano un vuoto normativo relativo al diritto della persona di indicare i trattamenti sanitari ai quali voglia essere sottoposto e quelli che invece rifiuti si è deciso di disporre la raccolta e la conservazione delle dichiarazioni di trattamento sanitario, definite comunemente “direttive anticipate”, “testamento di vita” o “testamento biologico”, definendo anche le norme di dettaglio, definendone i criteri. In considerazione del fatto che la legge stabilisce che la funzione di certezza circa la provenienza di dichiarazioni private può essere assicurata da pubblici ufficiali, cui è affidato il potere di autenticare legalmente la sottoscrizione altrui previo accertamento dell’identità del dichiarante, tale funzione sarà svolta presso gli uffici municipali». Condividi