di
Romina Perni
TODI - Martedì 22 dicembre abbiamo assistito nella nostra città ad uno spettacolo tragicomico: la seduta di Consiglio comunale che ha avuto come punto all'ordine del giorno le nuove linee di indirizzo relative ai teatri comunali. È bene che i cittadini tuderti sappiano che in poco più di un'ora e dieci minuti la maggioranza di centro-destra ha deciso di affidare, a partire dall'1 gennaio 2010, la gestione dei teatri cittadini ad una generica – ma probabilmente già definita nelle menti degli amministratori - associazione di promozione sociale e culturale no profit. La gestione non riguarda solo il punto di vista tecnico e organizzativo, ma anche la definizione delle attività che vi vengono svolte.
A giustificazione di questo sono state addotte argomentazioni vaghe e frettolose. Il Sindaco ha parlato della necessità, per ragioni economiche, di una scelta di questo tipo paragonando la nostra situazione a quella di Orvieto... peccato che il Teatro Mancinelli non venga gestito da un'associazione privata, ma da una società partecipata anche dal Comune, dove questo ha un peso e un ruolo ben definiti.
Il consigliere Boschi ha parlato di “mila e mila” euro annui di deficit del servizio legato al teatro... peccato però che non ci sia stata fornita nessuna documentazione a riguardo.
L'Assessore Bergamini avrebbe potuto dire qualcosa, in quanto si tratta delle sue deleghe... ma ha preferito tacere. Anche il consigliere Ranchicchio avrebbe potuto parlare, visto che durante la riunione della terza commissione, svoltasi la sera precedente, aveva rilevato alcune criticità rispetto a questa decisione... peccato però che non se la sia sentita e abbia semplicemente taciuto.
I consiglieri di maggioranza si sono limitati alla consueta alzata di mano, dando l'impressione di aver ricevuto un ordine ben preciso: votare senza discutere.
Sprecano fiato i consiglieri di opposizione che sottolineano l'incompletezza e la mancanza di chiarezza di alcune parti delle nuove linee e che richiedono il rinvio del punto, in modo da cominciare a riflettere seriamente sul futuro dei nostri splendidi teatri con tutti i soggetti che, in maniera più o meno diretta, si interessano, praticano o seguono l'attività teatrale (a partire, ad esempio, dagli abbonati). Non c'è tempo, bisogna approvare.
Anche se per qualcuno potrà sembrare strano, sono stata educata con l'idea che il teatro sia un patrimonio collettivo da tutelare, pur nella consapevolezza delle difficoltà che ha chi il teatro lo pratica e lo produce. Ritengo inaccettabile che si possa liquidare in tempi così brevi una questione del genere, e che lo si faccia decidendo di regalare tale patrimonio ad un'associazione senza avere una minima certezza su come questa nuova gestione sia caratterizzata.
Che fine ha fatto la Todi “cittadella della resistenza teatrale” tanto sbandierata in occasione dello scorso Festival? Senza alcuna garanzia precisa sul ruolo che il Comune di Todi continuerà ad avere nella politica culturale legata all'attività teatrale, temo che potremmo aspettarci di tutto... e l'immagine del nostro meraviglioso Teatro comunale che ospita la sagra della porchetta potrebbe non essere poi così lontana.
Per chiudere con una nota aggiuntiva a questo inaspettato regalo di Natale, vorrei informare i cittadini che il consiglio del 22 dicembre si è anche svolto venendo meno alle basilari regole di convivenza democratica.
A conclusione della discussione il consigliere Epifani si è stupito del nostro “strano” attaccamento al rispetto delle regole... peccato, perché io mi stupisco molto di più per altri motivi. Mi stupisco del fatto che si inizi un consiglio comunale con un ritardo rilevante, giustificato solo dal fatto di attendere l'arrivo dell'undicesimo consigliere, grazie al quale il punto può essere approvato dalla maggioranza.
Mi stupisco del fatto che un Sindaco si permetta di non rispondere alle richieste di chiarimento avanzate da un consigliere, dopo aver tra l'altro trascorso i tre quarti del tempo ad interloquire con altri - “suoi” - consiglieri, dando l'idea di essere completamente disinteressato alle questioni trattate.
Mi stupisco del fatto che, nel momento in cui i consiglieri di opposizione vogliono proporre degli emendamenti di modifica, si dica loro che “è troppo tardi”, senza che questo sia giustificato da nessun articolo del regolamento.
D'altra parte, se la logica è: “questa è casa mia, qui comando io”, tutto è possibile. Ma il nostro Comune – e i nostri teatri – non sono ancora un patrimonio personale di qualcuno. Appartengono a tutti noi. Che non si riescano a capire i rischi a cui andiamo incontro... di questo mi stupisco davvero.
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