Il presidente del Venezuela Hugo Chavez «punta il mirino» sulle case automobilistiche, tra le quali anche l'italiana Fiat: devono condividere le loro tecnologie con le aziende locali, o verranno cacciate dal paese sudamericano. Un ultimatum che Chavez ha lanciato durante una cerimonia a Caracas, rivolgendosi ai gruppi che contano impianti di assemblaggio nel paese: Ford, General Motors, Toyota e Fiat, questa tramite impianti Chrysler e Iveco.
Nei mesi passati il governo del Venezuela ha portato avanti una serie di nazionalizzazioni di vari settori industriali, come il petrolio, la siderurgia, il cemento, il caffè e l'elettricità. Ora Chavez lancia le sue richieste alle case automobilistiche: e se queste non si adegueranno «sono invitate a fare fagotto e andarsene. Farò venire i russi - ha affermato il presidente - i bielorussi e i cinesi».
In Venezuela ci sono impianti di Chrysler, Gm, Ford, Toyota, Mitsubishi, Mack e Iveco, lo scorso anno complessivamente hanno sfornato 135.042 tra auto e veicoli industriali. Tuttavia il controllo sui cambi valutari seguito dal Venezuela mette le varie case sotto pressione sul reperimento di fondi necessari per ottenere le forniture dall'estero.
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