Ken Loach, regista battagliero, di sinistra e tifoso del Celtic Glasgow, si inventa un bel film sul calcio e sulla comunità. Il calcio che ci piace, quello della tecnica che produce emozioni e speranze collettive, un inno al più bel gioco del mondo (ma non in Italia).
L’Eric del titolo è il campione francese Cantona, punta micidiale del Manchester United , che lancia l’idea: “Può contribuire il gesto atletico adorato dalla moltitudine violenta alla crescita etica di una comunità? Certamente si”. Bene, e allora Cantona si mette a fare il produttore esecutivo del film, a conferma dell’anticonformismo del personaggio.
Il film tratta del football come religione di popolo potenzialmente eversiva; delle amicizie virili; delle crisi di panico di fronte alla paternità; del rock’n’roll; della vita da ultrà tra la birra nel pub che scorre a fiumi.
Tutto questo attorno alla vita di un povero postino, schiacciato dalla pesantezza di una vita senza prospettive, Eric Bishop, che si ritrova ad educare due adolescenti figli della seconda moglie. Nel suo quartiere periferico di Manchester, Eric Bishop, è lacerato dalla nostalgia per il grande amore con il quale vinse una gara da ballo in gioventù, che abbandonò appena nacque la loro bambina, ma che riappare con tanto di figlia ormai laureanda e nipotina.
I colleghi di lavoro e gli amici, tutti tifosi del Manchestere United, cercano con impegno ed altruismo di fargli tornare il sorriso e farlo uscire dai suoi incubi e blocchi psicologici.
Ma sarà l’apparizione dell’idolo della sua vita, il bomber Eric Cantona, quel giocatore così forte con quella vita così radicalmente diversa che, come una Madonna, sforna consigli in francese (mandando fuori dai gangheri il povero Bishop che non capisce) per fargli superare le difficoltà esistenziali e materiali.
Loach ci narra come il mondo degli “ultrà” è in grado di affrontare le frustrazioni e le miserie della condizione proletaria come ormai raramente riesce a partiti e sindacati.
Una commedia sportiva con azioni da goal da far venire le vertigini, che ci suggerisce che i problemi si devono sempre affrontare collettivamente: la comunità come antidoto alla solitudine di ognuno di noi.
Il film è in programmazione anche questa sera alle ore 20 e 10 e alle 22 e 30 presso il cinema Zenith di Perugia tel 3939007564; 075.5728588.
Stefano Vinti
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