Da Liberazione del 27 dicembre: "Sotto il segno della chitarra e dei suoi maestri… Si potrebbe sintetizzare più o meno così la filosofia che anima il cartellone 2009-2010 di Umbria Jazz Winter.
Giunta al rispettabile traguardo della diciassettesima edizione, la versione invernale del più amato festival italiano di musica improvvisata gioca le sue carte dal 30 dicembre al 3 gennaio (per i dettagli del programma, informazioni e prenotazioni, consultare il sito
www.umbriajazz.com).
Lo scenario, come sempre, è quello suggestivo di teatri, sale da concerto, music-club e ristoranti di Orvieto, ma anche quello aperto e spettacolare delle sue piazze e dei suoi vicoli d'impronta medievale. Eppure la musica cambia, perché quest'anno - come dicevamo - saranno appunto la sei corde e i suoi big a farla da padroni. Mancano infatti poco più di tre settimane alle celebrazioni per il centenario della nascita di Django Reinhardt, genio della chitarra zingara venuto al mondo il 23 gennaio del 1910. Per anticipare la ricorrenza Carlo Pagnotta, direttore artistico della rassegna, ha scelto di invitare il Rosenberg Trio , brillante formazione olandese che il primo dell'anno si esibirà al Teatro Mancinelli riproponendo temi originali in stile manouche nonché cavalli di battaglia dal repertorio dell'inventore del gipsy jazz (bis la sera dopo, sempre sul medesimo palcoscenico).
Naturalmente la prevalenza della sei corde non si limita all'omaggio a Django, ma viene declinata attraverso altri appuntamenti. Non a caso, la kermesse umbra è una parata di stelle di ieri e di oggi: in ordine rigorosamente cronologico, sono attesi Jim Hall (classe 1930), John Scofield e Bill Frisell , entrambi del 1951. Quindi tra gli attuali protagonisti dello strumento all'appello manca solo Pat Metheny, impegnato nell'ambizioso progetto "Orchestrion" - basato su un'enorme macchina meccanica ideata nel diciannovesimo secolo, in grado di utilizzare strumenti veri di vario tipo e attualizzata grazie all'uso delle tecnologie più sofisticate.
Sarà una vera festa per gli appassionati, che avranno modo di ascoltare i loro beniamini in contesti e situazioni differenti. Scofield, che dei tre è il più sanguigno e quello con l'anima virata al blues, ha voluto misurarsi con una dimensione insolita: quella del duetto. Nell'impresa lo asseconda l'amico e compagno d'avventure Larry Goldings , già ascoltato l'estate scorsa a Perugia nella band di James Taylor, versatile tastierista, pianista e specialista di organo Hammond (tutti i giorni, dal 31 dicembre al 2 gennaio, in vari spazi cittadini).
Rispetto a lui, così energico, comunicativo ed estroverso, Jim Hall e Bill Frisell hanno una visione più intellettuale e sofisticata. E anche una sorta di rapporto di filiazione, dato che l'approccio cool del maestro (una lunga carriera in cui ha incrociato le rotte di giganti quali Sonny Rollins, John Lewis, Bill Evans, Gerry Mulligan e Michel Petrucciani) è un riferimento per il più giovane collega. I loro dialoghi in duo e in quartetto, completato dal contrabbassista Scott Colley e dal pirotecnico batterista Joey Baron , saranno tra i momenti magici del festival (1 e 2 gennaio al Teatro Mancinelli). Che cosa ci si può aspettare? «In realtà non abbiamo preparato niente», risponde Frisell, «anzi, a dire il vero, non ci siamo neppure parlati, anche se non è la prima volta che facciamo qualcosa insieme: per cui i nostri concerti saranno del tutto improvvisati, considerando che con Jim Hall la composizione istantanea dà sempre ottimi risultati».
Altri motivi per fare un salto a Orvieto durante le feste? Per ascoltare la vocalist brasiliana Leny Andrade accompagnata dal pianoforte di Romero Lubambo , per esempio. O, restando in tema di voci, per godersi il timbro caldo e baritonale di Kurt Elling da Chicago che, insieme al sassofonista Ernie Watts , riproporrà i brani registrati negli anni Sessanta dal cantante Johnny Hartman a fianco del grande John Coltrane.
Agguerrita anche la pattuglia di italiani. A cominciare da Enrico Rava che, con la sua tromba, una band di giovani e un paio di ospiti speciali, rende omaggio al repertorio di Gershwin. Da non mancare anche l'appuntamento con il Trio di Roma - Danilo Rea , Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto - e con il pianista Renato Sellani , guru del nostro jazz che, a proposito di ricorrenze, l'8 gennaio prossimo spegnerà 83 candeline…"
Ivo Franchi
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