La costituzione della holding regionale dei trasporti è giunta a un punto, positivo, di non ritorno. Lo hanno affermato con soddisfazione, stamani in conferenza stampa, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, esprimendo anche la volontà di vigilare su tutte le fasi del processo. ''La nave si è staccata dal porto'', ha chiosato Manlio Mariotti, segretario generale Cgil Umbria, in riferimento al protocollo d'intesa siglato lunedì scorso tra Regione, le Province di Perugia e Terni, i comuni di Perugia, Terni, Spoleto e gli stessi sindacati, dove si ribadisce ''l'inderogabile impegno'' a costituire la holding e a realizzare entro il 31 dicembre 2011 l'Azienda unica regionale del trasporto pubblico locale. ''Ci sono vari motivi per cui riteniamo decisiva l'intesa - ha detto Mariotti - Il primo è che si è chiusa una fase di discussione e gli atteggiamenti a volte non visti né visibili alla base dei ritardi hanno perso capacità di frenare il percorso. In secondo luogo, l'intesa è strategica per il complessivo processo di riforme strutturali di cui la regione ha bisogno e di cui la holding rappresenta l'avvio. Terzo, è intervenuta in un momento di crisi, che per noi non deve significare resistenza passiva ma l'occasione per immaginare l'Umbria che vorremmo. Infine, oltre a segnare un modo condiviso di affrontare le riforme, per il sindacato l'intesa rappresenta un orgoglio, visto che realizza un obiettivo che perseguiamo da quindici anni e rispetto a cui abbiamo creato consenso nel mondo del lavoro''. ''Finalmente c'è una scadenza per la riforma delle aziende del trasporto pubblico - ha detto anche Claudio Ricciarelli, segretario regionale Cisl - e l'auspicio è che l'intesa diventi modello di riferimento per l'aggregazione delle tante, troppe aziende dei servizi pubblici esistenti in altri settori, dall'acqua ai rifiuti, per muovere verso la qualità del servizio, il contenimento delle tariffe, la garanzia dei servizi minimi e la riduzione dei costi''. A rassicurare sul fatto che l'operazione non comporterà il rischio di esuberi è stato Alessandro Emili, segretario generale Uil Trasporti. ''L'obiettivo finale - ha detto - resta l'Azienda unica, da mettere in piedi almeno sei mesi prima del termine previsto per avere tempo di costruire un soggetto competitivo in vista della scadenza dei contratti di servizio e della partecipazione a nuove gare. Dobbiamo quindi puntare a una vera razionalizzazione, eliminando sprechi e sovrapposizioni. I risparmi non si faranno a scapito del personale e anzi puntiamo a uniformare i trattamenti economici e normativi dei dipendenti delle varie aziende con un occhio anche alla tutela dei territori''. Non è mancato un riferimento polemico ai dubbi espressi ieri dall'amministratore unico di Fcu Vannio Brozzi in relazione alla holding. ''Brozzi - ha detto Emili - ancora paventa che la Fcu possa avere qualche problema a causa della fusione, ma secondo noi sarà proprio l'azienda del trasporto su ferro a ricevere risalto se ragioniamo in termini di integrazione tra vettori. Comunque, il 30 aprile le aziende si fonderanno e vigileremo che non vi siano ostacoli''. E' stato infine precisato che la futura Azienda unica, nelle intenzioni dei sindacati, dovrebbe inglobare anche l'intero sistema della mobilità alternativa, compreso il minimetrò. La conferenza stampa dei tre sindacati sulla futura holding regionale dei trasporti ha anche portato a galla alcune situazioni occupazionali a rischio. Marcello Orlandoni, segretario regionale Filt Cgil, ha parlato dei contratti in scadenza il 31 dicembre 2009 per undici dipendenti Fcu. Le tre sigle sindacali hanno peraltro chiesto spiegazioni alla Fcu in merito alle modalità di gestione di alcune assunzioni per mezzo di contratti atipici, come consulenze e collaborazioni a progetto, e all'utilizzo di personale già collocato in pensione con collaborazioni a progetto a scapito dei contratti in scadenza. Bruno Mancinelli, segretario generale Filt Cisl, ha invece sollevato il problema di Umbria Incoming, collegata di Apm, dove lavorano sei persone a tempo determinato e quattro precari, mentre ora si prospetta di mantenere un solo precario licenziando tre persone e mandando in cassa integrazione le altre. ''Non bisogna per forza riconfermare contratti a termine per un lavoro che non c'e' - ha spiegato Mancinelli - ma chiediamo almeno di salvaguardare le posizioni esistenti fino dopo le elezioni regionali. Ci meraviglia, infatti, che i progetti di Umbria Incoming giacciano dimenticati nei cassetti di Regione, Provincia e Comune mentre una soluzione si potrebbe forse trovare nel quadro complessivo della holding''. Condividi