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Eugenio Viventi Uno dei promotori GUALDO TADINO - Venerdì 18 dicembre, presso il Circolo Combattenti e Reduci di Vaccara, ha avuto luogo una assemblea pubblica cui ha partecipato una nutrita rappresentanza di cittadini. L’assemblea pubblica si era autoconvocata per mettere in campo ogni forma di opposizione alla scelta della Giunta Morroni di riaprire le cave e per sostenere al contrario la necessità di delineare per Gualdo un nuovo modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale. La cittadinanza presente ha condiviso le fortissime preoccupazioni per le conseguenze di questa scelta che regala un bel pezzo di montagna gualdese ai cavatori marchigiani e che mette a repentaglio la qualità della vita delle popolazioni che abitano in prossimità dell’area di nuova estrazione. Non convince poi la solita giustificazione del ripristino ambientale: la stessa altissima e consistente quantità di materiale che si andrà ad estrarre secondo il progetto presentato dall’Amministrazione comunale depone in sfavore di quella che è una scusa per consentire l’ulteriore saccheggio del nostro territorio a fini privati e senza un ritorno serio in termini economici per il Comune e in termini occupazionali per la popolazione. I cittadini presenti hanno successivamente condiviso la necessità di costituirsi in Comitato per unire le forze e per contrastare con ogni mezzo democratico la riapertura delle cave di Vaccara. A questo proposito è stata già indetta una seconda assemblea per mercoledì 30 dicembre, alle ore 20.30, sempre presso il Circolo Combattenti e Reduci di Vaccara. In questo secondo incontro i cittadini andranno alla costituzione formale del Comitato anche attraverso la promulgazione di un proprio Statuto, di un proprio programma di obiettivi e di un proprio coordinamento rappresentativo di tutti i soggetti che lo animano. Il Comitato NO CAVE di Gualdo Tadino non nascerà solamente per impedire la riapertura delle cave ma si porrà come obiettivo quello di ricercare ogni soluzione alternativa che, compatibilmente all’ambiente, possa andare verso il ripristino delle aree nel tempo proditoriamente compromesse sotto il profilo ambientale e paesaggistico e possa delineare un diverso utilizzo delle aree comunque da risanare in maniera tale da consentire uno sviluppo economico di qualità e rispettoso di ambiente e popolazioni. Condividi