di
Daniele Orlandi
Nella settimana di Natale una piccola sorpresa degna dell’uovo pasquale o, se si preferisce, uno scherzo di carnevale; o, se questo rende ancor meglio l’idea, uno scherzo da pesce d’aprile.
Chi è arrivato allo stadio “Curi” per assistere alla prima di ritorno dopo l’incoraggiante derby vinto a Foligno, si è trovato davanti una scena surreale: mezzo campo spalato da alcuni volontari tifosi biancorossi; mezzo campo ancora coperto da diversi centimetri di neve; le due squadre in campo con la terna arbitrale a verificare la praticabilità del terreno; una ventina di tifosi varesini che irridevano gli spalatori e li facevano bersaglio di pallate di neve; i tifosi perugini sugli spalti imbufaliti per esser usciti di casa (alcuni hanno fatto anche parecchie decine di chilometri, andata e ritorno) senza che nessuno li avesse avvertiti neanche della possibilità del rinvio.
Solo verso le due e cinquanta l’altoparlante dello stadio ha annunciato con tanto di formula ufficiale che dopo il sopralluogo si era deciso per rimandare la partita, precisando anche, bontà loro, che i biglietti staccati e gli abbonamenti saranno validi per la ripetizione della gara.
Uscendo, qualcuno si è preoccupato (erano ormai già le tre) di avvertire le tante persone ignare, ancora in-fila-al-botteghino-documento-alla-mano, che potevano sciogliere la coda, perché non si giocava più.
La rabbia di alcuni, e l’ironia tagliente di altri, si sono poi rinfocolate quando dalle radio si è appreso che in tutta l’Umbria, da Spoleto a Gubbio (dove nelle ultime trentasei ore è caduto un palmo abbondante di neve che si è trasformata in ghiaccio), da Deruta a Ponte San Giovanni, le partite programmate sono state regolarmente giocate. Ma come, hanno detto alcuni, si trovano spalatori per la Pontevecchio e non per il perugia?! E i teloni, i mitici teloni in dotazione al Curi che si stendevano un tempo per prevenire la neve e la pioggia, che fine hanno fatto? Da giorni si sapeva che sarebbe nevicato e nessuno ci ha pensato?!
L’unica, anche se magra, consolazione, per alcuni tifosi-spalatori, è stata quella di recarsi sotto la gradinata a restituire gli sberleffi ai tifosi varesini, “minacciati” di uscire a mezzanotte e invitati a ricordare che dovevano rifarsi a vuoto l’altra metà del viaggio fin quasi ai confini della Svizzera.
In questa specie di situazione grottesca, che non ha certo insignito l’organizzazione perugina di un attestato di efficienza, la domanda più ricorrente tra gli accorsi è stata: visto che si è trattato di una nevicata annunciata e neanche fresca, per quali mai motivi non si è stati in grado di approntare una spalatura che fosse terminata in tempo per l’inizio della partita? E, visto che non ci si è riusciti, perché non annunciare per tempo il rinvio, evitando che tutta la macchina operativa delle forze di polizia si mettesse in moto e risparmiando ai tifosi inutili spostamenti in una giornata, perdipiù, in cui gli spostamenti non sono agevoli causa maltempo?
Tant’è, evidentemente il purgatorio, calcisticamente parlando, cui i tifosi perugini sono relegati da qualche anno, deve farcele vedere e provare proprio tutte, sul campo e fuori, prima di terminare.
E speriamo che davvero finisca presto!
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