Gianluca Graciolini
Consigliere comunale Prc
Come sempre la montagna degli annunci del Sindaco Morroni ha partorito il solito velenoso topolino. Altro non può chiamarsi, infatti, l'esito del giro di incontri con le associazioni locali di categoria per fare il punto sulla crisi economica e sociale della nostra Città. Il Patto sociale che si annuncia e che verrà illustrato nel corso di un'assemblea pubblica il 16 di gennaio non fà altro che riproporre strumenti arrugginiti e ricette stantie al cospetto di una crisi che, a partire dalla Merloni, investe oramai l'intera struttura produttiva del nostro territorio.
Non una parola che definisca o tenti di definire la strategia di una amministrazione comunale priva di idee e avvitata, grazie alla rigidità ideologica della sua guida, ad una metafisica liberista per la quale fino a poco tempo fa si negava addirittura l'esistenza stessa o la gravità della crisi.
Un'amministrazione avvitata anche ad una retorica da self made man trasferita a Gualdo: ce la faremo da soli. Questa posizione nasconde in realtà la volontà di questo Sindaco di stemperare ogni pressione sull'unico soggetto che veramente di fronte alla gravità di questa crisi può e ha il compito precipuo di adoperarsi con risorse ed interventi che non siano solo quelli della proroga degli ammortizzatori sociali.
Morroni lo sa bene ma non gli conviene: preferisce da una parte varare un ridicolo ed ameno Patto sociale con i vari e scontati Pucci, Carini ecc. e probabilmente con lo stesso Pierotti della FIM CISL, e dall'altra, anche per ragioni di natura politica, venire incontro alla Lega e istigare alla guerra tra poveri.
Il governo nazionale, anche con questa finanziaria, sposta risorse ingenti per l'economia e le infrastrutture nei più elettoralmente sicuri collegi del nord d'Italia e lascia marcire le aree deboli del nostro Paese, come la nostra.
Un Patto stretto a livello locale tra soggetti economici e sociali non è che uno dei soliti spot cui oramai ci ha abituato questo Sindaco ed ha un portato disarmante di velleitarismo. Le stesse linee di indirizzo richiamate nel comunicato, ad oggi, non è dato conoscerle a nessuno, probabilmente neanche ai membri di giunta e agli stessi consiglieri di maggioranza. In sei mesi non hanno messo un euro contro la crisi, nè per le imprese, nè per le famiglie. Non sappiamo pertanto su che cosa possa fondarsi il consenso concesso dai soggetti finora incontrati dal Sindaco: probabilmente si tratta di un consenso politico preventivo, una sorta di soccorso "azzurro" prestato ad un amico politico in difficoltà.
Chi è causa del suo mal, è il caso di dire, pianga se stesso. Le linee di indirizzo di una amministrazione pubblica su materie e problematiche che riguardano un'intera Città, dobbiamo ricordare, in democrazia si discutono prima nei consessi elettivi: in consiglio comunale, quindi. Ma ciò, per esclusiva responsabilità del Sindaco e della sua maggioranza, non è accaduto. Prima hanno negato questa possibilità, dopo hanno annunciato una assemblea pubblica che avrebbe dovuto tenersi il 16 dicembre, ma a seguito della clamorosa protesta operaia in consiglio comunale, hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco venendo incontro alle richieste di tutta l'opposizione volte a convocare un consiglio comunale aperto che si farà i primi di gennaio.
Probabilmente il Sindaco, sempre più preoccupato delle sue ricorrenti figuracce, ha prima distetto l'assemblea pubblica, poi ci ha ripensato. Questa amministrazione se è vero che ha un canale preferenziale con il Governo di Berlusconi e della Lega lo sfrutti. Non vogliamo assistenza o carità: questa Città ed il suo territorio vogliono le stesse attenzioni che si sono prestate in altre occasioni e ad altre latitudini. E le risorse che conseguono.
E vogliamo che il governo cambi rotta nella sua politica economica e sociale e si doti di una politica industriale. Sappiamo, altresì, e questa finanziaria è un'ulteriore conferma, che questo approccio in questo governo non c'è. Per questo facciamo il No B Day a Roma e ci opponiamo al suo epigono locale Morroni, a Gualdo.
Dicevano di voler fare il bene di Gualdo. A sei mesi dalle elezioni, crediamo che non stanno facendo neanche il bene di se stessi quanto a coerenza e dignità.
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