Si trova in un antico palazzo in corso Cavour 97, a Perugia, la nuova sede della massoneria umbra del Grande Oriente di Palazzo Giustiniani, punto di riferimento delle 29 logge regionali, di cui 19 a Perugia. In una conferenza stampa, Gonario Guaitini, amministratore della Casa massonica, ha detto che l''inaugurazione di una sede di proprietà è il punto finale di "lunghe peregrinazioni". La ricerca cominciò al tempo del fascismo, quando, ancor prima dell'approvazione della legge che vietò le società segrete colpendo anche la massoneria, l'originaria sede di Palazzo Angelini-Paroli in via Bartolo fu distrutta da squadristi di Arezzo. Da allora la libera muratoria si spostò nel 1951 in via della Luna e dal 1970 a Palazzo Sorbello. La nuova sede, di 400 metri quadrati, acquisita e restaurata con un investimento di un milione e 200 mila euro, è composta da quattro templi, intestati a Guardabassi, a Enzo Paolo Tiberi, al fratello Baffo e a Guglielmo Miliocchi. Presente anche una biblioteca intitolata a Ugo Bistoni, storico delle vicende della massoneria perugina dal 1775 al 1975. L'architetto Giancarlo Seri, direttore dei lavori, autore della prefazione all'opuscolo dedicato alla nuova casa massonica firmato da Massimo Carloncelli, ha sottolineato il valore del recupero di un vasto ambiente, l''ex chiesa di Santa Maria delle Orfanelle, risalente al 1602, che ospitava la presidenza dell''Ipsia. "Sotto la pittura a calce - ha spiegato Seri - durante i lavori condotti in cinque mesi da una ditta eugubina, sono riaffiorate volte azzurre, stelle di campione giottesco e nomi in caratteri neri e dorati intestati alla Madre Celeste. Il restauro ha rispettato caratteristiche e colori originali della struttura, pregevole esempio di una maniera umbra attestata anche a San Domenico e nella cattedrale. Tutto il luogo, di fronte alla sede dell''ex Santa Inquisizione, vicino a piazza Giordano Bruno e lungo quella via papale che culmina nel monumento del XX Giugno, appare ai nostri occhi pieno di significati, ma vogliamo soprattutto sottolineare che oggi si restituisce alla città e all'Umbria un patrimonio di grande valore culturale". Condividi