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ROMA - ''Non c'erano gli estremi per archiviare il caso. Sono troppi i punti oscuri. Io voglio solo la verita', non cerco necessariamente un colpevole ma voglio sapere cosa e' successo con sicurezza la' dentro due anni fa''. Rudra Bianzino ha quasi 17 anni e da tempo si batte per capire come e' morto il padre Aldo, trovato senza vita nell'ottobre 2007 nel carcere di Perugia 36 ore dopo essere stato arrestato perche' nell' orto di casa gli erano state trovate alcune piante di marijuana. Con il ragazzo, rimasto solo dopo la morte della madre, si sono schierati i Radicali che contestano l'archiviazione dell'inchiesta a carico di ignoti per omicidio decisa la scorsa settimana dal gip del capoluogo umbro. Per tenere alta l'attenzione sulla vicenda, Marco Pannella oggi ha voluto accanto, nella sede del partito, Rudra e il suo legale, l'avvocato Massimo Zagarelli. ''Siamo qui per chiedere verita' - ha detto il leader radicale - e devo dire grazie al programma 'Le Iene' che si e' occupato della morte di Bianzino''. Pannella ha accusato gli organi di stampa e le tv di aver trascurato il caso preferendo dedicare attenzione ed energie a casi mediatici come Garlasco e l' omicidio di Meredith Kercher. Rudra Bianzino e' rimasto solo nella sua battaglia per la verita' dopo che la madre, Roberta Radici, che da subito si era battuta per chiedere giustizia per la morte del marito, e' stata stroncata recentemente da un male incurabile. ''Nonostante l'archiviazione - ha detto l'avvocato Zagarelli - continueremo a raccogliere elementi per far riaprire le indagini. Ci sono innumerevoli lacune e zone d'ombra nei rapporti sulla morte di Bianzino, contraddizioni e mancanza di riscontri anche nelle visite mediche fatte ad Aldo. Tutto questo lo facciamo in nome di Roberta che non si e' mai rassegnata e ha chiesto fino all'ultimo chiarezza sulla morte del proprio compagno''. Aldo Bianzino, falegname di 42 anni, fu arrestato per possesso di marijuana insieme con la compagna, che poi venne rilasciata. La morte dell' uomo - nella notte tra il 13 e il 14 - e' stata attribuita ad una emorragia seguita ad un aneurisma cerebrale e il gip, nel disporre l' archiviazione, ha ritenuto che le conclusioni dei consulenti medico-legali non lasciano margini di dubbi e giudicato insussistenti gli elementi relativi a una morte causata da azioni violente compiute in carcere. Secondo i radicali, invece, ''le due autopsie fatte immediatamente dopo il decesso hanno dato esiti discordanti''. Per fare luce sulla morte del detenuto si era anche costituito a livello nazionale un ''Comitato verita' per Aldo''. Per aiutare e sostenere economicamente la compagna e il figlio di Bianzino si era mobilitata anche l'attrice Franca Rame. Condividi