Ricreare la bottega dei maestri pittori che hanno reso famoso in tutto il mondo il Rinascimento italiano. È questo lo spirito che anima le opere di Stefano Lazzari, l’artista tifernate che sta esponendo a Seoul presso il "Seoul Art Center" il più prestigioso della capitale sud coreana, opere che riproducono quelle dei grandi maestri come Giotto, Raffaello, Michelangelo, Pinturicchio, Piero Della Francesca. Le oltre 50 opere rimarranno esposte fino al 21 febbraio 2010, ma poi la mostra proseguirà a Pusan e Daejon terminando nuovamente a Seoul. 500 mila le presenze previste per l’evento inaugurato nel pomeriggio di giovedì alla presenza di una folta delegazione italiana formata da rappresentanti delle istituzioni e dalle massime cariche politico culturali coreane. L’inaugurazione e la prima visita ufficiale dell’esposizione sono stati trasmessi in diretta sul canale nazionale coreano Cts. Per l’Italia erano presenti l’assessore provinciale di Perugia Giuliano Granocchia (in rappresentanza del Presidente Marco Vinicio Guasticchi costretto a rimanere in Italia per sopraggiunti impegni istituzionali), Marina Mattei direttrice dei musei capitolini di Roma, Giancarlo Cintioli della Regione Umbria, Aldo Cicinelli, Giovanni Luca Delogu della Sovrintendenza rispettivamente di Urbino e Perugia, Rossella Cestini, assessore alla Cultura del Comune di Città di Castello, in rappresentanza del sindaco Fernanda Cecchini. Per la Corea c’erano Jae-Heung Lee, direttore dell’Asia Museum nonché curatore della mostra di Lazzari, l’ambasciatore italiano Massimo Andrea Leggeri, la direttrice del Seul Art Museum. Il momento di oggi giunge al termine di tre anni di lavoro che ha impiegato centinaia di persone tra italiani e coreani. "Questo evento è un mio grande sogno - ha affermato Heung Lee - ovvero portare in Corea opere del Rinascimento italiano. Impresa possibile grazie al lavoro di Lazzari che le ha fedelmente riprodotte". L’arte di Lazzari che ha una bottega insieme alla sorella Francesca e al padre Romolo " la pictografia, una tecnica - ci spiega l’artista emozionato dai tanti riflettori accesi su di lui - che cerca di ricalcare il metodo di lavorazione tipico del Rinascimento utilizzando delle tecnologie che aiutano a ricreare la base su cui lavorare". Condividi