di Daniele Bovi
"Non possiamo piegare la politica a leggi e norme" fa notare un franceschianiano dopo la riunione di ieri sera al Deco di Perugia. Riunione che ha partorito un documento, che pubblichiamo integralmente di seguito, che se non è un niet al terzo mandato della Lorenzetti è quantomeno un forte ni. L'idea di far passare il terzo mandato della Lorenzetti da un voto del 51% dell'assemblea che la candidi alla primarie non sta in piedi secondo i franceschiniani. "Che facciamo - dice Paolo Baiardini ad Umbrialeft - prima diciamo che la presidente non presenta la richiesta di deroga, e quindi non intende ricandidarsi, e poi la candidiamo alle primarie? Lo statuto del Pd non è un 730". "Noi però - prosegue Baiardini - non vogliamo passare per quelli che mettono i veti. Una soluzione dopo un'ampia discussione è ancora possibile". Martedì intanto, sempre al centro congressi Capitini di Perugia, andrà in scena l'assemblea regionale del partito, l'ultima della ormai famosa road map, in cui si dovrebbe avere un quadro della situazione più chiaro.
"La discussione sui lineamenti programmatici attorno ai quali costruire la piattaforma e la coalizione per le prossime elezioni regionali è stata importante e ha reso evidente la necessità, largamente condivisa, di aprire una fase politica nuova nella vita dell’Umbria per rispondere adeguatamente alle sfide che la crisi economica e sociale ci propone, così come sollecitato chiaramente dalla maggioranza dei 75 mila cittadini che hanno partecipato alle primarie del 25 ottobre.
Semplificazione istituzionale ed efficienza nel sistema dei servizi pubblici, green economy, innovazione nel rapporto tra politiche pubbliche e sistema produttivo, rilettura del welfare regionale e locale alla luce dei mutamenti sociali e delle famiglie umbre, investimenti sul capitale umano per promuovere una società della conoscenza e relazioni e sinergie con le regioni vicine, il lavoro come diritto: su questi ed altri temi è necessario e possibile qualificare l’iniziativa politica e programmatica del Pd e rilanciare il centro sinistra alla guida della Regione.
In coerenza con questa impostazione politica è importante che anche al livello regionale, così come è già avvenuto per i Comuni e le Province, si produca una chiara scelta di rinnovamento delle classi dirigenti. Il consenso del 41% raccolto dal nostro schieramento, ci chiede coerenza e determinazione nel perseguire questo obiettivo.
La scelta, già sancita dall’Assemblea regionale, delle primarie quale strumento di selezione della candidatura alla Presidenza della Regione, così come previsto dallo Statuto regionale del Pd, non preclude la possibilità di ricercare una indicazione condivisa sulla base di un ampio confronto che coinvolga l’insieme del gruppo dirigente del Pd.
Non può, in ogni caso, venir meno il rispetto delle norme dello Statuto regionale le quali non prevedono che eventuali deroghe siano deliberate dall’Assemblea regionale con la maggioranza qualificata".
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