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“Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realtà è una serie di golpes istituitasi a sistema di protezione del potere). Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore . . .” Pier Paolo Pasolini – 1974 Continuare a scrivere, anzi riprendere a scrivere, per ricostruire verità storica e politica sulle stragi di Stato, per chiarire responsabilità dirette ed indirette, per reinterpretare il presente. Domani, venerdì 18 dicembre, ore 18.30, in Via del Lavoro n. 29 presso la sede dei sindacati di base, presentazione del libro di Ernesto Rascato e Sergio Cararo “Piazza Fontana – Una strage lunga quarant’anni – Edizioni Contropiano e Libreria Quarto Stato di Aversa. Il libro, oltre a ricostruire le vicende di Piazza Fontana e a respingere i recenti tentativi di riattribuire agli anarchici la responsabilità della strage, legge gli avvenimenti di questi quarant’anni con la teoria della “guerra a bassa intensità” e della sostanziale continuità ideologica, politica e morale degli “uomini neri” della strategia stragista in Italia, ed interpreta la tesi del “doppio stato” come operazione politica giustificazionista e consolatoria con la quale anche la sinistra italiana ha di fatto “depistato” in nome della governabilità del paese e della fedeltà atlantica. Il libro inoltre presenta documenti importanti come quello relativo alle inchieste del giudice Salvini ed alle sue audizioni alla Commissione Stragi. Dopo il dibattito, che sarà introdotto da Antonio Pedone e da Sergio Cararo, uno degli autori del libro, seguirà alle ore 21 la proiezione del film “Processo politico” girato da Francesco Leonetti nel 1970: il film ricostruisce il clima e le immagini di Milano nei mesi a ridosso della strage di Piazza Fontana con particolare riferimento alla morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli che “volò” dal quarto piano della questura di Milano nel corso degli interrogatori che fecero seguito ai fermi di esponenti dell’anarchia milanese, ritenuta responsabile degli eventi di quei giorni. Condividi