SAN GIUSTINO - E’ stato approvato a maggioranza (voto favorevole di Centrosinistra per San Giustino e contrario di Centrodestra per San Giustino) l’ordine del giorno presentato dai consiglieri di maggioranza Giuseppe Rossi, Chiara Piccini e Pietro Chiasserini. Prima della lettura del documento il consigliere di Centrodestra per San Giustino Corrado Belloni ha annunciato l’uscita dall’aula perchè ha ritenuto che il documento in questione «sul diritto di cittadinanza agli extracomunitari metta a repentaglio la sicurezza e la cultura del popolo italiano». Dopo di che ha illustrato il documento, il consigliere Giuseppe Rossi invitando la giunta ad esprimere «il proprio parere positivo in merito alla proposta di Legge Sarubbi - Granata (Pd-Pdl) presentata in Commissione parlamentare, ed a promuovere l'integrazione e l'inclusione delle persone extracomunitarie in generale ed in particolare nei riguardi dei nuclei familiari di immigrati presenti nel nostro territorio comunale da oltre 5 anni, che lavorano regolarmente, che portano i figli a scuola e a fare sport con i nostri, che rispettano la Costituzione e che si sentono nel proprio animo cittadini italiani. Nella consapevolezza che l'integrazione sia una sfida difficile e complessa - ha concluso Rossi - e che sia importante riconoscerla come un’opportunità positiva per tutti, occorre intraprendere percorsi che passano per il rispetto della dignità di ogni uomo, e per il rispetto altrettanto importante delle regole in cui la comunità si identifica, nella speranza di costruire giorno per giorno una società sempre più plurale e solidale». Ha aperto il dibattito il consigliere Leonardi che ha evidenziato «l’interesse per l’argomento, ma necessario di ulteriori approfondimenti anche considerato che il flusso migratorio in atto in Italia non individua nel nostro paese una meta finale, ma di passaggio» ribadendo come «la questione della cittadinanza non sia solo burocratica, ma nasca dal sentirsi italiano». Il capogruppo di opposizione Luciana Veschi ha manifestato molte «perplessità sia perché l’attuale normativa prevede già un iter simile per lo straniero nato in Italia. Questo documento non è un atto per integrare immigrati, ma solo per fare propaganda elettorale. Non motiva nessuna forma di integrazione ma indirizza solo parte dell’elettorato». L’assessore Silvia Dini di contro ha parlato di un «argomento importante: non si può far finta che il problema non esiste» ed ha evidenziato dispiacere per l’atteggiamento di Belloni. Il consigliere Mario Mancini ha parlato di «grande rispetto per persone in generale» ed ha difeso Belloni giustificando la sua uscita col timore «che gli immigrati, di dubbia qualità, si moltiplichino all’infinito nel tempo». Il consigliere Roberto Panico ha invece ritenuto questa «discussione sui diritti degli immigrati giusta, anche il relazione alla disparità di trattamento che oggi subiscono a livello di sostegno sociale». Altrettanto motivata il consigliere Chiara Piccini che ha ricordato come questo documento «aggiunge un elemento importante focalizzandosi sulle seconde generazioni di immigrati (nati e cresciuti nelle nostre comunità) inserendo lo snellimento dei tempi e l’anticipazione della richiesta di cittadinanza da 10 a 5 anni». L’assessore all’integrazione Massimiliano Manfroni ha concluso il dibattito ringraziando i consiglieri di maggioranza per aver sollecitato l’argomento «con un documento che va verso l’inclusione dei diritti. La nostra società si può evolvere in maniera positiva alla luce di una positiva contaminazione con altre realtà». Infine il capogruppo di maggioranza Stefano Magrini ha chiosato evidenziando che questa «proposta di legge è seria e bipartisan: spero possa essere approvata nelle sedi opportune». Condividi