Riportiamo i commenti di Gianluca Rossi, Oliviero Dottorini e Ada Girolamini sull'approvazione, questa mattina in Commissione Statuto, della legge elettorale regionale che approderà in Consiglio il 22 dicembre per il voto finale dell'aula "Lavoro positivo di tutte le forze politiche per una nuova legge elettorale che migliorerà la funzionalità e la rappresentatività delle Istituzioni regionali". Gianluca Rossi, capogruppo del Partito democratico a Palazzo Cesaroni, esprime “soddisfazione” per l’ampio consenso ottenuto in Commissione speciale per le riforme statutarie dalla proposta di legge elettorale regionale presentata dal PD. “I voti favorevoli di Pd, Pdl, Prc, Pdci e l'astensione dell'Udc a quello che sarà il nuovo sistema di elezione del Consiglio regionale – sottolinea Rossi – dimostra come le larghe intese sulle regole democratiche siano possibili. Ciò rappresenta un messaggio di dialogo e collaborazione che vorremmo giungesse, in un momento così teso e difficile, anche ai livelli più alti della politica nazionale". Rossi ricorda, infine, “l’importanza fondamentale di questo atto conclusivo dell’ottava legislatura, che consegna per la prima volta alla nostra Regione una sua autonoma legislazione in materia”. “Sulla proposta di legge elettorale regionale, la Commissione speciale per le riforme statutarie ha svolto un lavoro approfondito, con un forte impegno dei consiglieri e della struttura. Dal punto di vista della mia responsabilità istituzionale, quindi, non posso che esprimere soddisfazione per l’obiettivo raggiunto: molti erano gli scettici”. Così invce il presidente della Commissione,ì Ada Girolamini. “Il testo licenziato – aggiunge Girolamini - è il frutto del consenso della maggioranza delle forze politiche, con un ruolo importante svolto dal rappresentante del Partito Democratico”. A queste considerazioni di carattere “istituzionale”, Girolamini aggiunge alcune valutazioni di carattere “politico”: “Come capogruppo socialista – spiega – esprimo amarezza: ho mantenuto i punti fondamentali ispirati al modello dei Comuni ed al diritto dei cittadini di scegliere coalizione, progetto e persone. L’obiettivo era, quindi, un proporzionale con uno sbarramento naturale ed il premio di maggioranza alle liste della coalizione vincente, anziché alla lista regionale, il cosiddetto ‘listino’”. Il capogruppo Girolamini aggiunge poi che nelle sedute precedenti della commissione aveva anche proposto la doppia preferenza, che a suo parere, avrebbe favorito le donne ed i giovani. “Sulla presenza femminile, infine, – conclude il capogruppo socialista - tutti d’accordo sul rapporto di almeno 1/3 nelle liste a concorrere, ma è stato respinto un mio emendamento, che proponeva di trasferire questo principio anche ai sei candidati del ‘listino’, laddove cioè, c’è garanzia di elezione. Riproveremo in Aula”. “Una decisione grave e sbagliata, un furto di democrazia che accentua ancora di più la distanza tra ceto politico e opinione pubblica”. Con queste parole poi il capogruppo regionale dell'Italia dei Valori Oliviero Dottorini commenta la scelta di Pd e Pdl, con l'astensione di Pdci e Udc, di respingere l'emendamento del gruppo dell'Idv che consentiva alle forze politiche “di non usufruire degli effetti perversi e antidemocratici del listino dei nominati dai partiti”. Per l’esponente dell’Italia dei Valori, la conferma della scelta di puntare su un “listino dei nominati dai partiti” in una lista bloccata rappresenta “un'autentica truffa ai danni dei cittadini, che toglie loro la possibilità di scegliere gli eletti e garantisce postazioni privilegiate a chi il consenso non riesce a raccoglierlo democraticamente". “E' una scelta – spiega Dottorini - dettata evidentemente soltanto dalla necessità di tutelare i destini politici di qualche capo partito. E ciò che stupisce è che le forze di centrosinistra si siano fatte promotrici di questo ennesimo inciucio alle spalle dei cittadini, privandoli della possibilità di eleggere chi vogliono. Abbiamo sperato fino all'ultimo in un ripensamento da parte di Pd e alleati, ma solo il Prc ha appoggiato il nostro emendamento ribadendo comunque la scelta del listino”. Dottorini ritiene “veramente incomprensibile” che tutto questo possa avvenire nel momento in cui la politica sta vivendo “una delle crisi di credibilità più acute” e nel momento in cui, aggiunge, “sale inequivocabile da parte dei cittadini la richiesta di esercitare il diritto di scelta dei propri rappresentanti”. Il consigliere dell’Idv spiega che la proposta del suo partito era finalizzata a “disinnescare gli effetti perversi del listino dei nominati, così come proposto da Pd e Pdl con il sostegno di Prc, Pdci, Udc e Sinistra e libertà, per restituire la possibilità di scelta agli elettori. Ma con motivazioni tecniche assolutamente pretestuose – aggiunge Dottorini - è stata allontanata anche questa possibilità, consegnandoci un testo che ha molto a che vedere con il famigerato ‘Porcellum’ e poco a che spartire con un moderno strumento democratico di scelta dei rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni. Stiamo assistendo all'espletarsi di un patto trasversale che al chiuso dei palazzi della politica sta portando alla costruzione di una legge elitaria e antidemocratica”. Dottorini spiega, infine, che in base al testo approvato dalla Commissione Statuto, un terzo degli eletti della coalizione vincente, vale a dire 6 su 18 o19, “non verrà scelto dai cittadini, ma dalle segreterie di partito”. “La nostra proposta – conclude l'esponente dell'Italia dei Valori - avrebbe restituito agli elettori la possibilità di scegliere fra candidati, confermando il bipolarismo, garantendo la governabilità ed un giusto equilibrio tra le province di Perugia e Terni. Ma evidentemente aveva un limite insormontabile: quello di non garantire postazioni di privilegio ad alcuno”. Condividi