“Attraverso la nuova legge regionale “Disciplina per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” che sarà oggetto di discussione e decisione nella prossima seduta del Consiglio Regionale dell’Umbria, e la proposta di nuovo Piano Sociale Regionale, approvata nei giorni scorsi dalla Giunta Regionale e che da domani sarà all’attenzione della III commissione consiliare, mettiamo le fondamenta di una profonda riforma del sistema di welfare umbro attraverso la valorizzazione degli aspetti positivi che in questi anni sono emersi, aggredendo le criticità riscontrate incamminandoci verso un sistema realmente equo e universalistico, che abbia al centro la persona con i suoi bisogni e i suoi diritti”.
Così l’assessore regionale alle Politiche sociali e abitative, Damiano Stufara, ha commentato i decisivi passi in avanti che il processo di riforma delle politiche sociali in Umbria ha subito nelle ultime settimane.
L’assessore, esplicitando le peculiarità del nuovo Piano sociale, ha in primo luogo spiegato la novità introdotta attraverso i cosidetti “LIVEAS regionali”. “In pratica – ha precisato - si tratta di individuare i livelli essenziali di carattere sociale e indirizzare in questi ambiti le risorse disponibili universalizzando il sistema degli interventi. Tutto ciò comporterà una omogeneizzazione su tutto il territorio delle misure di contrasto della povertà e di sostegno al reddito, delle misure economiche per favorire la vita autonoma di persone totalmente dipendenti, degli interventi di sostegno per i minori in situazione di disagio e molto altro ancora. Lo Stato avrebbe dovuto, in questi anni, definire i Liveas nazionali. Non lo ha fatto e l’attuale governo non sembra intenzionato ad affrontare la questione. Abbiamo pertanto scelto di andare avanti a livello regionale per superare iniquità e ingiustizie”.
Ma non è tutto: attraverso la proposta di nuovo Piano sociale e, di conseguenza con la nuova legge regionale, i Comuni potranno attivare sinergie per mettere a sistema le risorse stanziate nei singoli Bilanci per la costruzione di una rete strutturata dei servizi.
“Puntiamo molto sulla gestione associata dei servizi sociali attraverso una nuova strutturazione delle 12 Zone sociali inserite nella riforma endoregionale – ha spiegato l’assessore - Tutto ciò ci porterà verso un nuovo modello di governance in cui la Regione avrà un ruolo più deciso nel programmare su scala regionale e controllare che a livello locale si segua la stessa linea. Però i territori avranno più voce in capitolo perché il nuovo Piano prevede che le risorse destinate al sociale non saranno più gestite dai singoli Comuni in maniera frammentata, ma confluiranno nel pacchetto dei fondi destinati ad ogni singola zona per una programmazione collettiva”.
In pratica, tenuto conto delle diverse esigenze, in ciascun ambito territoriale si erogheranno alcune prestazioni. Ad esempio: Uffici di Cittadinanza per il cosiddetto welfare leggero, servizi di pronto intervento sociale per il welfare dell’emergenza, assistenza domiciliare per il welfare di supporto familiare, strutture residenziali e semiresidenziali come residenza servita, servizi residenziali per soggetti con disabilità grave senza rete familiare, comunità residenziale per minori, per il welfare residenziale e semiresidenziale, servizio di accoglienza diurna per il welfare comunitario.
“Il Piano prevede inoltre interventi mirati a sostegno delle famiglie a rischio povertà per le quali la Regione Umbria metterà a disposizione ingenti risorse aggiuntive fin dai prossimi giorni – ha aggiunto l’assessore - Attenzione particolare anche alle politiche sociali per le persone, quindi per l’infanzia, l’adolescenza, gli immigrati, le giovani generazioni, le dipendenze. In questo contesto è strategico il rapporto costante con il Terzo settore che persegue interessi pubblici pur non essendo soggetti statali”.
Ricapitolando: “La nuova programmazione si basa su vari aspetti, primo fra tutti la necessità di riformare il welfare umbro in maniera più appropriata al quadro dei nuovi bisogni sociali in continua evoluzione – ha puntualizzato Stufara – Incisive nelle nostre scelte sono state la crescita delle esigenze dei cittadini dettata dalla crisi in atto, la riforma del federalismo fiscale che, con molta probabilità, comporterà alcuni sacrifici per l’Umbria che dovrà sostenerne l’impatto partendo dal presupposto che il Governo ha ridotto della metà i fondi destinati al sociale, costringendo la Regione a compensare incrementando le risorse del 104 per cento tra il 2005 e il 2009”.
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