Un evento inaspettato con una evoluzione nella norma: padre Martino Siciliani, direttore dell'osservatorio sismologico Bina di Perugia, non nasconde di essere stato colto di sorpresa dalla scossa di ieri nel marscianese che, con magnitudo 4,1, ha provocato piccoli crolli nei centri storici di alcuni borghi a pochi chilometri da Perugia e costretto, soprattutto per la paura, alcune centinaia di persone a passare la notte fuori casa. Gli strumenti di rilevazione di padre Martino hanno registrato, dopo l'evento più rilevante, un'altra scossa di medio livello alle 17,57 di ieri pomeriggio ed una quindicina, tutte piccole, nel corso della nottata. Le previsioni dell'esperto perugino sono per un fenomeno ''che durerà due, al massimo tre settimane, con eventi tutti al di sotto di quello più forte del primo pomeriggio di ieri''. La faglia che si è attivata ieri, da Corciano a Marsciano, 16 chilometri in tutto parallela alla catena appenninica centrale, aveva cominciato il 6 dicembre scorso a dare qualche segnale nella sua propaggine nord: ''Li avevo sottovalutati - dice padre Martino stamani all'ANSA - anche perché quella zona se non la consideravo asismica, poco ci manca''. Ora il fenomeno va studiato più a fondo, e per questo il religioso ha già fatto piazzare due centraline di rilevamento a San Biagio della Valle, uno dei borghi marscianesi sull'epicentro della faglia. Padre Martino tiene a precisare che ''il sisma in corso non ha nulla a che fare con quello, devastante per l'Umbria, del 1997, quando la struttura sismo-tettonica della fascia da Nocera a Foligno, di 35 chilometri, per sette mesi, con una trentina di scosse all'ora, sprigionò una quantità di energia spaventosa, paragonabile ad un monte Subasio (il rilievo montuoso umbro di 1.290 metri alle cui falde sorge Assisi, ndr) pieno di tritolo''. Condividi