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Dodici anni dopo torna la paura in Umbria. Quella paura che sa di polvere che da queste parti la gente conosce molto bene. Alle 14.12 infatti la terra è tornata a tremare per qualche interminabile secondo, 4.2 Richter la magnitudo e subito tanta gente in strada e tanta paura. L’epicentro è stato individuato pochi minuti dopo nelle zone tra Marsciano e Corciano, a 9 chilometri e 200 metri di profondità. Spina e San Biagio della valle le frazioni più colpite. Tanto che in serata è stata firmata l’ordinanza che impone la chiusura, a scopo cautelativo, dei centri storici dei due paesi. Chiuse, domani, anche le scuole dei comuni di Piegaro, San Venanzo, Deruta e Torgiano (dove sarà chiuso anche l’asilo nido comunale). La terra poi è tornata a tremare alle 18.58 nelle zone di Spoleto, Campello sul Clitunno e Castel Ritaldi: 2.8 Richter la magnitudo. Fino alle 20 non veniva segnalato nessun danno a cose o persone. Il numero degli sfollati invece, nelle zone di Spina, San Biagio e Castiglione della Valle, si sta attestando sulle unità. Il dato proviene dal Comune. Al centro di accoglienza, allestito nelle sale dell’ex Kiko78, sono già arrivati i container con i lettini e tutto il necessario per passare la notte. Sono previsti 150 ospiti, in caso di numero superiore verrà attivato il servizio di accoglienza anche al Palasport di Marsciano. Non potrà invece essere utilizzata invece la struttura privata "Il Faro" perché, dopo un primo sopralluogo, è stata definita inagibile dai tecnici. La Protezione civile ha anche attivato un service locale per la distribuzione di pasti caldi sia per questa notte sia per la colazione di domani mattina. I centri di accoglienza, secondo fonti del Comune, sono da considerare di primissima necessità. Si sta studiando un piano per attivare delle convenzioni con alberghi e agriturismi per poi inviare gli sfollati che hanno l'abitazione totalmente inagibile. Le amministrazioni comunali di Corciano e Magione poi hanno comunicato che nei loro territori non ci sarebbero danni dopo la scossa sismica. Contattato da Umbrialeft pochi minuti dopo la scossa padre Siciliani dell’osservatorio Bina di Perugia ha detto come quello delle 14.12 sia “un terremoto molto differente rispetto agli altri che registriamo in Umbria, perché ci troviamo a pochi chilometri dal Trasimeno, che è una zona quasi asismica”. Per quanto riguarda il piccolo centro storico di Spina poi è crollato il tetto della chiesa parrocchiale, mentre forti danni si registrano alla rocca. L’unico supermarket del centro inoltre, dopo un primo sopralluogo è stato dichiarato inagibile. I vigili del fuoco nel pomeriggio si sono adoperati per portare in salvo una Madonna del Cinquecento e il crocifisso, così come si sono presi cura dei tanti anziani spaventati. Nessuno, per fortuna, è rimasto ferito in maniera seria. Solamente un italiano e uno straniero sono rimasti leggermente contusi mentre fuggivano dalle loro abitazioni riportando la slogatura di una caviglia e la frattura di una costola. Tanta paura anche fra i 500 detenuti del carcere di Capanne, che sono stati tutti fatti uscire dalle celle e trasferiti nei cortili interni per il tempo necessario alle verifiche sulla struttura. A Spina poi sono arrivati, poco dopo le 15.30, l’assessore regionale Riommi alla Protezione, quello provinciale Bertini e il presidente della Provincia di Perugia Guasticchi. “Il problema principale in questo momento – ha detto Riommi poco dopo essere arrivato -, è quello di tranquillizzare la popolazione che, naturalmente, è spaventata, teme il ripetersi del sisma e diffida dal rientrare nelle abitazioni per la notte”. La presidente Lorenzetti invece ha comunque invitato a ''rimanere tranquilla la popolazione che per precauzione terremo fuori dalle case la prossima notte''. ''Valuteremo rapidamente la situazione delle case - ha detto la Lorenzetti - così da permettere a tutti di tornarvi in sicurezza nel più breve tempo possibile''. Condividi